Questo studio si propone di far conoscere le differenze che esistono, anche se non sempre si avvertono, tra mosaici, intarsi e tarsie e di questi segue lo sviluppo, dalle origini ai nostri giorni. Si intitola la "pittura di pietra" perché tratta di "pitture" che sono state realizzate non con il colore (lasciato sulla tela o sull'intonaco) ma con materiali di pietra e, in ogni caso, solidi e duraturi. Il libro percorre passo passo - "tessera per tessera" - le vicende che hanno portato il mosaico dall'Oriente, in particolare da Bisanzio, a Roma, a Venezia e a Firenze, fino al commesso in pietre dure detto anche il "mosaico fiorentino". Un capitolo, interamente dedicato alle "pietre" e alle loro proprietà, presenta i protagonisti, i "minerali" e le "rocce", le pietre dure, semidure, tenere, e descrive i metodi pratici, antichi e moderni di questo tigner pittoresco. In sintesi, si fa la storia dell'antico Opificio di Firenze, sorto dalle botteghe granducali e che ha visto crescere e formarsi intere generazioni di artisti e di artigiani: grandi gli uni come gli altri. Le illustrazioni seguono le tappe di questa lunga vicenda e ne ricostruiscono il filo, riproducendo - soprattutto a colori: com'è d'obbligo per un'arte come questa che vive del colore e lo ricerca e inventa dove e come possibile - opere antiche e opere moderne, note e sconosciute; conservate in grandi musei e talora nascoste in angoli segreti: vere e proprie scoperte.