Algeri, XVII secolo. La città è un pandemonio di voci, grida e richiami: i venditori berberi mettono all'asta le merci, cercando di attirare i nobili e i mercanti che hanno bisogno di schiavi. Perché quelle merci sono uomini, donne e bambini rapiti in Europa dai corsari, diventati il loro bottino e poi catapultati in un mondo sconosciuto e minaccioso, in cui nazionalità, razza e religione contano ben poco, dato che il denaro è l'unica legge riconosciuta. Strappati alle loro case, i prigionieri sono atterriti, disorientati, in attesa di conoscere la propria sorte: verranno venduti al miglior offerente o la loro famiglia pagherà il riscatto e li salverà? Tra queste anime sospese c'è il diciassettenne Hector Lynch: in una notte di tempesta, i corsari hanno saccheggiato il suo villaggio sulla costa irlandese e lo hanno catturato assieme alla sorella Elisabeth, della quale poi lui ha perso le tracce. Coraggioso e volitivo, Hector non vuole rassegnarsi al proprio destino di schiavo e, grazie all'aiuto di Dan, un ragazzo originario dei Caraibi, impara a sopravvivere tra violenze e privazioni. Ma l'ansia di scoprire quale sorte sia toccata alla sorella non gli da pace: decide allora di convertirsi all'Islam e d'imbarcarsi su una nave turca. Tuttavia il mare è un compagno infido, e la rotta per la libertà è ancora lunga e irta di pericoli...
La nostra recensione
Se non avete in mente una nave corsara, basta fare un salto al Porto Antico di Genova dove, nelle sue calme acque troneggia il galeone che usò Roman Polanski per il suo film "Pirati" (1986), appunto. Imponente. Tre ponti. Dal primo ponte, quello più basso, parte la prima fila di cannoni. Sotto questi, altri due piani inferiori con i boccaporti rossi spalancati e le bocche di fuoco pronte e minacciose. Grosse cime per issare le vele che serviranno per le scorribande nel mar Mediterraneo. Una bandiera. Bianca e rossa. Uno spicchio di luna e una stella. Quella turca. Non polene, ma Nettuno , dio del mare, ed Eolo, dio dei venti, a prua. Fini intarsi decorati in oro ne completano la sontuosità.
Così deve averla intuita Tim Severin per averla poi descritta nella sua ultima produzione, "La Rotta dei Corsari".
Così piace immaginare al lettore la nave comandata da Hakim Reis che prelevò Hector Lynch dalle coste irlandesi. Poi trasferito ad Algeri, venduto e rinchiuso in un baño, l'alloggio destinato agli schiavi. Ma la sua salvezza, una delle tre a disposizione degli schiavi, oltre alla morte, all'essere riscattati dal proprio paese d'origine, è diventare un rinigato, cioè abbracciare la fede musulmana.
Sembra che dopo la conversione il destino di Hector sia segnato. Ha un padrone, Turgut Reis, che lo tratta più come un nipote che come una sua proprietà. Fino alla svolta.
Ma, tra un galeone, un brigantino, un vascello, una feluca, una galea, un caicco, il pensiero del lettore torna alla domanda iniziale del protagonista: che fine avrà fatto sua sorella Elizabeth?
Da scoprire immergendosi in questa epica avventura.
Valeri Merlini