Il protagonista di questo libro, il Maschio, è un padre capace di tenerezza e di attenzione, è un marito allegro e appassionato. Ma ha molte altre donne. Relazioni di lunga durata, in cui il sesso è il veicolo primario attraverso il quale passano la comunicazione, l'affetto, la curiosità, la scoperta dell'altro. Il sesso è un pensiero costante, un'ossessione e una consuetudine, un modo per entrare in contatto con il mondo esterno. Più ancora della seduzione e della conquista, più dell'amore che in forme diverse è parte fondamentale di ciascuna di queste relazioni. È questa la separazione del maschio, dunque. Dove per maschio s'intende davvero, genericamente, il maschio di uomo nell'apice dell'età riproduttiva, in un ambiente circostante quanto mai generoso di sollecitazioni e stimoli. E per separazione s'intendono due cose: quella, letterale, dalla moglie, a cui condurrà fatalmente il percorso del libro; e quella, fisica e metaforica, che divide all'interno dello stesso uomo il padre dal marito e dall'amante. Quasi che fosse impossibile conciliare gli impulsi e i sentimenti, quasi che l'unica strada per tenere tutto insieme fosse una rigida compartimentazione, cioè: vivere molte vite.
Per la prima volta mi trovo pienamente concorde sulla scelta del titolo del libro. Separazione del maschio, infatti di questo si tratta: di un maschio, un essere maschile che ragiona secondo impostazioni mentale dettategli dalle convenzioni sociali che al maschio s'adattano, quasi si impongono: provarci con una bella donna come dovere maschile, affermare il proprio spazio vitale e difenderlo fino alla morte, perseguire egoisticamente sempre e solo i propri piaceri. E della sua separazione, quasi vitale. Da una parte un padre amorevole e protettivo, innamorato perso di sua figlia e con tutta l'intenzione di starle accanto nella crescita; dall'altra un uomo carnale, senza il mino senso di colpa -da sua stessa ammissione- che si barcamena tra molteplici relazioni ed enormi segreti, provando addirittura un adrenalinico piacere da questo terrore di perdere tutto in seguito alla scoperta e caduta del suo castello di carte.
E' un libro molto mentale. Nel presente non succede nulla o quasi: di fatto il tempo e le azioni sono molto limitate. Il vero sugo del libro sono tutti i ricordi, le riflessioni, le spiegazioni che l'uomo, padre, marito, amante compie; senza una chiara scansione cronologica né tematica. Forse un po' buttati alla rinfusa, ma per questo molto d'effetto.
Mi si è aperto il mondo maschile, ho letto nelle recensioni sopra, ed effettivamente è stato così anche per me. Credo che il 95% di uomini ragionino, a linee generali, secondo gli stessi stereotipi mentali. Certo con un po' di senso di colpa in più, SPERO!
Mi sono tanto tanto arrabbiata più volte durante la lettura, per la veridicità crudele e cruda di ciò che Piccolo racconta: fatti quotidiani che conosciamo e ci passano sotto il naso ma che difficilmente ammetteremmo di conoscere. Il solo arrabbiarmi così spesso dimostra la bravura dell'autore nel mettere in scena e raccontare senza freni e senza bugie la psicologia maschile.
L'unica cosa che non ho proprio apprezzato sono le scene di sesso presenti ma nemmeno troppo. Forzate, esagerate, superflue. In un libro tanto mentale credo che certe scene intere potessero essere tagliate. Okay i particolari della fissa del culo femminile, o la descrizione dei corpi femminili delle donne che ama, ma le scene di sesso senza spiegazione né senso intrinseco mi hanno disturbato molto. Non per la morale (dopotutto io leggo Bukowski!) ma per il senso di fuori tema che danno.
In generale credo sia un libro-perla che ogni coppia LUI E LEI debba leggere per conoscersi (e accettarsi) meglio!
La separazione del maschio
Anonimo - 24/05/2009 19:20
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Non concordo coi commenti fatti, secondo me è un libro scritto davvero bene, la mentalità di un uomo -spero non medio- che vive questo dualismo tra la sfera emotiva e quella animalesca e sessuale cercando di scindere il più possibile pulsioni, emozioni e istinti diversi. Mi congratulo con l'autore per il mondo in cui esprime la psicologia e i meccanismi mentali maschili in modo veritiero, schietto, sincero, e noi lettori non potremmo che essere grati per la fluidità e la scioltezza con cui piccolo scrive e fa descrivere il suo personaggio. ricordo ai commentatori qui sopra che non stiamo giudicando o esprimendo preferenze su un comportamento (maschile, femminile, che cambia?) ma su un libro a cui, invece, scritto e impostato davvero bene!
La separazione del maschio
Anonimo - 09/03/2009 12:06
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FASTIDIOSO. Ecco l'aggettivo che mi è venuto in mente leggendo questo libro... Esatto. fastidioso. Non capisco per quale motivo vengano pubblicati simili libri. C'è tanto autocompiacimento (della serie quanto si figo, quanto so bravo, quanto cito il cinema...), c'è tanto sesso (dettagliato ed inutile! Ma sto autore si crede Celine in morte a credito, o che so, Gean Jenet in notre dames de fleurs? Oppure ancora... Si crede di esser Rocco Siffredi? Ma per favore.... Anzi no ma mi faccia il piacere. Un dualismo maschio e padre (affettuoso) al limite del ridicolo.
Spero solo vivamente che il libro non sia autobiografico, sebbene qualche dubbio ce l'ho, perchè in tal caso l'autore è messo proprio male...
La separazione del maschio
Anonimo - 17/10/2008 20:08
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Si,ma...è tutto visto nel modo autoreferenziale-narcisista tipico della mentalità maschile. Come se queste cose di cui parla fossero tipiche del maschio.Invece la frammentazione dell'esperienza emotiva appartiene anche alle donne. Siamo tutti poligami,per fortuna, e tutti ''frammentiamo'' e indossiamo le maschere del caso giocando con le identità.Sta a vedere poi fino a che punto questo gioco sia davvero ''semplice'' e ''allegro'' per tutti e si integri realmente e non solo superficialmente nella nostra personalità...non a tutti riesce e allora sono guai.
Roberta - 23/06/2014 14:32
Anonimo - 24/05/2009 19:20
Anonimo - 09/03/2009 12:06
Anonimo - 17/10/2008 20:08