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La storia finisce qui - Lucia Ravera
La storia finisce qui - Lucia Ravera

La storia finisce qui

Lucia Ravera
pubblicato da Mursia (Gruppo Editoriale)

Prezzo online:
10,00
Disponibile in 2-3 giorni. la disponibilità è espressa in giorni lavorativi e fa riferimento ad un singolo pezzo
20 punti carta PAYBACK
Prodotto acquistabile con Carte Cultura, 18App e Carta Docente
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Nel nulla nebbioso della Bassa Padana, tra cascine povere di cibo, di sogni, di parole, al tempo in cui la campagna scivolava inesorabilmente verso la città, comincia una storia di dolore e di amore: quella di una bambina destinata a essere una "nessuno". Una povera ragazza che si aggira indifesa nel mondo, dalla miseria della Bassa contadina alla disordinata brutalità delle case chiuse della città. Un uomo le tende una mano con un amore fatto di parole, di piccoli gesti, di sogni minimi: una casa, un figlio, semplicemente una vita. Ma il sole dell'avvenire non sorge su chi è destinato al "nulla", brilla solo per un attimo e poi si spegne. E la storia finisce, ma comincia un romanzo che dà voce a chi non ha voce, con uno stile vivido, potente e tragicamente reale.

La nostra recensione

Il paesino deve essere davvero lontano, dimenticato da tutto e da tutti. Il tempo non esiste più, ma la polvere che copre le cose abbandonate, quella c'è ancora. Certe cose scompaiono, altre smettono di esistere. Ma la tenace volontà di chi non vuole farsi dimenticare ha la meglio sul tempo. Così la protagonista del primo romanzo di Lucia Ravera. È lei che detta la sua storia alla giovane autrice. Ci troviamo subito in un campo, poi in una cascina, poi in una famiglia. La mamma. "Che mani aveva la mamma. (...) sul palmo tanti di quei calli, che quando me le dava di passaggio, che dolore, ma quando mi faceva le care, che bellezza". Il fratellino. " (...) Alfonsino, più grande di me di cinque anni, ma un po' sbilenco di crapa dalla nascita". Sono ricordi di una bambina che si divertiva con poco, perché poco aveva. Un giorno nella casa padronale, al posto dei genitori anziani arriva la nuova generazione, coppia sposata con un figlio. Che all'inizio sembra possa sostituire i compagni di giochi immaginari della giovane protagonista, poi ne diventa l'orco. Alla scomparsa della mamma, la ragazzina scappa, il fratello viene messo in un istituto psichiatrico. Da questo momento in poi inizia la nuova vita, forse inizia la storia. Il tentativo di allacciare i rapporti con un padre che ti chiama "bastarda". L'arrivo in una nuova città e la vita da sciantosa. I profumi e i balocchi. Da Piccinina a Eva. Inizia una nuova fase di vita. E la storia va avanti. Qui l'incontro con l'amore, quello di una vita, fatto di baci, di un dono come un frigorifero, da aprire per sentirne il fresco, e di una lavatrice, con la quale attendere il giorno del bucato come se fosse una festa. La vita vera, quella che non esiste più. L'amore fatto di cose semplici e innocenti. L'amore che la salva, la porta via e le fa vivere un sogno. Fino al momento in cui torna il dolore, per una, due scomparse. E la disperazione che non fa ragionare. Fino alla fine della storia... Il linguaggio sgrammaticato è nostalgia, non rabbia per la disattenzione, solo nostalgia. Perché leggerlo? Perché a volte, più spesso di quanto immaginiamo, una storia così fa bene. Per staccare dai soliti gialli, dai soliti psicothriller, dai libri del momento, per una scelta diversa. Per ritrovare parole lontane, musica del passato, sensazioni dimenticate. - Valeria Merlini -

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Romanzi italiani

Editore Mursia (gruppo Editoriale)

Collana Romanzi Mursia

Formato Brossura

Pubblicato 01/02/2007

Pagine 96

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788842537113

4 recensioni dei lettori  media voto 4  su  5
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La storia finisce qui

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voto 0 su 5 Ciao Lucia, sono Paola Vigo, l'altro giorno curiosando su un sito, ho trovato il tuo libro. Eravamo nella stessa classe al liceo Berchet, ti ricordi? Mi ha fatto un enorme piacere ritrovarti e adesso sono davvero curiosa di leggere cosa hai scritto. Io abito a Varese e faccio l'avvocato. E' passato così tanto tempo, ma i ricordi di quando eravamo delle adolescenti piene di sogni non si sono mai sbiaditi. Ti abbraccio. Paola
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voto 0 su 5 Cara Valeria, leggo adesso la sua bella recensione al mio romanzo e non posso che ringraziarla non solo per le parole sapienti con cui ha descritto la mia piccola storia, quanto per avermi regalato il dono di averla attraversata e trattenuta con sé così sensibilmente. Ogni libro è un incontro... Che questo sapore di nostagia e di parole lontane possa ancora accompagnarla. Spero di conoscerla di persona. La vita in fondo è veramente "un gioco a incastri" e non si può mai sapere... Grazie, davvero! Lucia Ravera
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voto 4 su 5 E' la voce di una donna a parlare. Una donna d'altri tempi, eppure così simile a ogni donna. Costanza viene dalla campagna, è povera e semianalfabeta in un'Italia che corre verso il boom economico, le lotte per i diritti civili, un Italia che vuole cambiare, lasciandosi alle spalle le macerie della Guerra. Così, la protagonista di questo breve ma intenso libro, vuole cambiare, conquistare la sua vita. Nessuna luce alla ribalta, soltanto uan casa, un amore, un figlio. Ma la strada sarà per lei irta di spine. Non importa, si solleverà sempre e alla fine, una fine che sarà il lettore a decretare, Costanza avrà perso tutto, lasciato molto, fuorché la sua dignità di donna. La urlerà con tutta se stessa e giungerà al lettore come un'eco lontana, colma di quella tenerezza che è rara scorgere tra le pagine dei libri cui siamo oggi abituati.
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voto 4 su 5 Diceva così don milani, è la lingiua che rende uguali. La lingua con cui ci si può fare valere, ma soprattutto ascoltare, avere un posto su questo mondo, se non al sole, un posto, comunque proprio. Questa lingua non c'è nel romanzo di Lucia Ravera. Lucia e non Lidia. A parlare è una donna semianalfabeta che cerca nel corso della sua breve, ma intensissima esistenza un luogo in cui condurre una vita, semplicente normale. Ma lei non ha la lingua per contrapporsi ai soprusi, ai falsi miti, alle bugie becere. E soccombe. Il punto è che la sua storia non lascia il sapore amaro della sconfitta e della disillusione, bensì una serie di sensazioni dolci, lontane, che commuovono e persino fanno sorridere, raccontate da una voce autentica e direi ''isolata'' nel panorama letterario cui siamo oggi abituati. Pieno di parole che si rincorrono con artifizi più o meno riusciti, nel tentativo di spettacolarizzare emozioni o spiattellare cronache morbose... La Storia finisce qui è altro. Parole e voci che sanno di terra e che per usare un'altra celebre citazione Lacapriana contengono nella loro stessa fattura l'anima di una buona e sempre più rara letteratura.

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