Max Tivoli nasce nel 1871, a settant'anni. Sa dunque che morirà nel 1941. Chi è, o meglio, cos'è Max Tivoli? Non c'è nome per chi, come lui, viene "dall'altro capo della vita". E che maledizione è diventare giovani col passare degli anni? Scoprire il sesso con il fisico di un cinquantatreenne e l'esperienza di un castissimo diciassettenne? La presunta simmetria della vita e l'ordine stesso delle cose risultano invertiti. E Max è destinato a quella cosa stupida e stupenda che è dissipare la vita per amore. Per ben tre volte e in tre modulazioni diverse avrà modo di amare, sempre invano, la donna della sua vita, che non lo riconosce mai, né riconosce in lui la persona da amare. Max Tivoli è un "mostro", che rispecchia quel mostro segreto che è in noi.
"Siamo tutti il grande amore di qualcuno. Voglio scriverlo, in caso io venga scoperto e non riesca a terminare queste pagine, in caso le mie confessioni vi turbino al punto da gettarle nel fuoco prima che io arrivi a raccontarvi d'amore e di assassinio. E come biasimarvi? Tante cose possono impedire di ascoltare il mio racconto. C'è da spiegare un cadavere. Una donna amata tre volte. Un amico tradito. E un bambino cercato a lungo. Così comincerò dalla fine, dicendovi che siamo tutti il grande amore di qualcuno. ( A.S.Greer ) La storia di una vita a ritroso. Un neonato imprigionato nel corpo di un settantenne, un vecchio che giunge al termine dei suoi giorni avvolto nel corpo di un bambino. Una storia fantastica a prima vista, in realtà stupendamente intrisa della sconcertante veridicità di una confessione. Una confessione piena, cruda, senza indulgenze. Una confessione dove Max Tivoli ammette: "Ho messo nero su bianco quanta più vita posso sopportare". La vita di un uomo guidata da una fissazione: l'amore eterno, con tutto il suo impeto cieco ed egoista, e governata da una Regola, impartitagli da sua madre, alla cui semplicità ha rimesso tutte le grandi decisioni della sua esistenza. Un romanzo a cui anch'io sono giunta a ritroso, partendo dalla lettura dell'ultimo romanzo di Greer ( La storia di un matrimonio, ed. Adelphi, 2008). Un romanzo di uno scrittore di talento, quel talento dell'osservatore ineluttabilmente ossessivo, che non si lascia sfuggire neppure una piega della mente e dell'animo umano, e riesce a trasportarla in una narrazione così raffinata da risvegliare con delicatezza proprio quel dolore, quel non detto, quel nascosto, taciuto ma mai dimenticato, che si cela inesorabilmente nell'oblio dell'esperienza di ciascuno.
Anonimo - 13/09/2009 19:57