Gli uomini di oggi sono feriti. O forse lo sono sempre stati, ma adesso non vogliono o non riescono più a nasconderlo. Le certezze della società patriarcale sono cadute e loro si sono scoperti nudi e vulnerabili. I grandi modelli maschili del padre, dell'eroe o del Don Giovanni appaiono insieme incombenti e irraggiungibili. E gli uomini si guardano attorno disorientati senza sapere a quale ispirarsi. Si parla molto, negli ultimi tempi, della 'crisi del maschio'. Ma di rado, come fa Vera Slepoj in questo libro, si va davvero a fondo alla questione e oltre i luoghi comuni. L'autrice, muovendosi agilmente fra storia, mitologia, psicologia e antropologia, ricerca il significato profondo della 'maschilità', analizza le convenzioni e i ruoli dell'uomo nella società contemporanea nella nostra e nelle altre culture. Ci mostra così ad esempio che l'aggressività verso le donne è spesso la difesa estrema di un'identità messa in crisi; che la competizione nel lavoro e la ricerca frenetica di simboli economici hanno un legame stretto col bisogno di virilità e con l'ansia di impotenza; e che le nevrosi e gli scatti d'ira sono conseguenza di una razionalità troppo ristretta rispetto alla complessità della vita e alla imprevedibilità dei sentimenti. Dopo "Le ferite delle donne", la Slepoj riesce ancora, con competenza e sensibilità, a far luce su questioni di cui tanto si parla e poco si sa, e dà vita a un libro utile agli uomini per comprendere e provare a guarire i propri disagi, guardando con ottimismo a un futuro più incerto ma anche più libero. E alle donne per capire la nuova figura di maschio con cui si trovano quotidianamente a fare i conti.