Fra i grandi eventi bellici del Medio Evo occidentale, la battaglia di Legnano è sicuramente uno dei più famosi ma, contemporaneamente, dei meno noti. In Italia è stata oggetto di rievocazioni, di romanzi, di opere liriche molto più di quanto abbia interessato gli storici. Uno dei primi obiettivi di queste pagine è quindi ricostruire la vera storia della battaglia, liberandola dalla patina falsante imposta dalla tradizione, e raccontare come e perché avvenne lo scontro, le ragioni dei contendenti, gli eventi che precedettero il conflitto, il disegno politico di Federico Barbarossa, l'autonomia rivendicata dai Comuni. Le città italiane difendevano la propria libertà, ossia il diritto al proprio autogoverno, che trovava la sua legittimazione nel consenso popolare, espresso dalla massa dei cittadini e non nell'approvazione da parte del potere imperiale. In tale prospettiva, emergerà chiaramente il fatto che a Legnano si affrontarono due mondi diversi, che portavano con sé due forme di organizzazione militare discordi. L'Impero, con la sua struttura aristocratica, era ben rappresentato dalla celebre e quasi imbattibile cavalleria pesante teutonica. I Comuni, basati sulla partecipazione di tutti gli abitanti (maschi) alla gestione della repubblica, si incarnavano nella collettività in armi dei fanti, che combattevano fianco a fianco ai cavalieri, dei quali erano non sudditi o dipendenti, ma liberi concittadini, decisi a battersi per la difesa della patria comune.