Un "sì" alla Fede, da "degenza 5". A ventiquattro ore dall'altare, sotto mentite spoglie di un fortissimo mal di pancia, la leucemia. La Leucemia. Come un ospite inaspettato, eccolo lì, pronto a rovinarti la festa. La festa della vita. Un flop per il tuo "spettacolo". Il concerto faticosamente sognato, da anni, bugia, da sempre. Eppure credevi, vedevi già sold out. In scena, allora, solo l'improvvisazione. E anche quelle che stimavi migliori capacità organizzative si mettono a fare i capricci. Musiche stonate, armonie tendenti al frastuono. Vibrazioni. Emozioni diverse si diramano, smarrendosi. Lacrime di rabbia e di impotenza: è la finitezza umana, dell'uomo eterno bambino a soccombere, con la stessa fragilità delle foglie d'autunno in salto mortale. Il mostro, il "drago" ci prova, insomma, ignaro di miracoli d'amore. Il Miracolo d'amore al di là di una lunga galleria, di un incommensurabile cono d'ombra che serra l'anima. Vuoto. Voli pindarici, voli verso un oltre prefigurato e duramente abbozzato. Dolori, trasfusione dopo trasfusione: è la fine. Morte. Ipso facto, un arcobaleno di speranza fino a raggi di luce. Un atto d'amore.
Anello all'anulare del cuore, per bionde siringhe d'amore di nome Monica. Eterni attimi di amore. Alla ricerca di un midollo compatibile: il celestiale trapianto.
Confetti, dunque, e non solo: lottare, imparare a fare a pugni, in preghiera, per spegnere anche la quarantesima candelina. «"Lo accetto come Tua volontà", dissi guardando il cielo. Era arrivato il momento, anche per me di soffrire per la salute e lottare per la vita. Sì, soffrire, con la voglia di lottare, di fare tutto per rimettere le cose a posto, di riuscire a guarire». Una leucemia mieloide acuta faceva, forse, da "provvida sventura": un male temporaneo in virtù, magari, di un bene futuro maggiore. Il salvifico intervento della Grazia per affrontare una forza altrettanto misteriosa qual è la leucemia. Dopo "Soffri e sii grande", un fascio di luce sull'ombra. Fili di parole, sotto un cielo stellato (di fiaccole, pure, internazionali): telefonate, sms, e-mail, lettere, brevi telegrammi, pensieri.
Il "profumo" della Santa del proprio cuore: Natuzza Evolo. Gli affetti vicini, "online". Ponti di umanità datati 2002. Ottobre duemiladue! Dal quattro ottobre 2002 al 14 agosto 2003: il limbo. L'"inverno" prematuro, a digiuno di "santo rock", di Ruggero Pegna. Una "casa" in via Pio X: Ospedale di Catanzaro, stanza numero cinque, e nuovi "compagni d'arme".
Infermieri, medici, caposala, malati...
E poi, pillole, pezzi di carta: La penna di Donney. Una meditazione su se stesso, puntando il mare-padre, dalla riva arida e spinosa di un esilio impensato. Una commovente Consolatio ad Familiares, scrivendo a Marco, destinata a iuvare alios (di donarsi al servizio degli altri) attraverso la cura dell'animo, l'amore dell'anima.
Il romanzo non di una, ma due condanne a morte: quella di un detenuto, il detenuto 114, e di un malato di leucemia.
Rosa Cosco
Anonimo - 22/11/2008 16:08