Una morte misteriosa apre il romanzo, come nel più classico dei noir. Disgrazia, suicidio o uccisione rituale? Il corpo di Piers de Nogaret è stato rinvenuto, privo della testa, in una camera d'albergo ad Avignone. Sylvie, la sorella, è impazzita, forse perché teme di essere stata involontariamente responsabile di quella morte. Bruce, il marito, l'amante, tenta di sbrogliare la matassa. Ma la ricerca della verità sconfina dal poliziesco al metafisico. Nel passato del trio, che si è svolto nell'antico castello di Verfeuille e in cui la donna ha fatto da fragile perno, c'è una pagina oscura ed esoterica: ad Alessandria d'Egitto i protagonisti erano stati iniziati al culto del Principe delle Tenebre, il dio usurpatore degli gnostici, la cui incarnazione è il serpente. E dal loro iniziatore Akkad - autentico sapiente o imbroglione che fosse - hanno appreso che il primo principio è l'abbandono della carne attraverso l'esasperazione dei sensi. D'altra parte, Piers è il discendente del Nogaret che tradì i Templari, rei di essere caduti nell'eresia gnostica... Nella ricerca e nell'azione il trio sublime - Piers, Sylvie, Bruce - si rifrange in un altro trio: il romanziere Sutcliffe, Pia, sorella di Bruce, e Trash che ha avuto con Pia un rapporto saffico; e poi ancora in un altro trio, quasi a voler esaurire tutte le possibili combinazioni d'amore. In questo mirabolante gioco di scatole cinesi foderate di specchi, segnato da uno stile lucido, aderente ai fatti, ma capace di incanti e di squarci inattesi, ritorna il grande Durrell del "quartetto di Alessandria".