Protagonista discreto di tutto ciò che vede e narra, in "Mostri sacri" Enzo Bettiza ci conduce nel cuore della tenebra dell'epoca nera degli anni Settanta: nei labirinti del terrorismo, degli attentati contro i politici e giornalisti insigni, delle trincee di resistenza al caos come "Il giornale". A poco a poco, dalle righe distaccate e insieme appassionate del racconto, vediamo così dischiudersi sotto i nostri occhi una galleria di protagonisti della Prima Repubblica disegnati e scolpiti con impeto freddo, talora crudele, quasi sempre dissacrante: il terribile Craxi, l'imprevedibile Montanelli, il tessitore Andreotti, il misterioso Renato Mieli, il pirotecnico Cossiga, l'immarcescibile Fanfani, il mobilissimo Pertini. La trama della saga si dipana attraverso i momenti fatali dei governi di solidarietà nazionale, l'irruzione sul mercato audiovisivo delle prime emittenti private, il contrastato decollo di Craxi, la caccia terroristica delle jene dattilografe, l'assassinio di Casalregno, l'eliminazione di Tobagi, il ferimento di Montanelli, il sequestro e l'esecuzione di Moro, per terminare con l'apoteosi cronistica dell'elezione di Pertini al vertice di uno stato ferito e vacillante: una sorta di happy end beffardo che, fra tratti di ironia e scorci fulminei, sembra riassumere il codice genetico della Prima Repubblica.