Settantasette italiani di modeste pretese e d'infinita pazienza precipitati nel peggior mattatoio della seconda guerra mondiale: Stalingrado. Appartenevano quasi tutti a due autoreparti, avevano portato guastatori e rifornimenti alla 6a armata tedesca di Paulus e dovevano rientrare dopo aver riempito gli autocarri con la legna per affrontare l'inverno. Furono invece bloccati dall'avanzata dell'Armata Rossa alla fine di novembre del 1942. La loro lenta agonia รจ raccontata dalle lettere spedite a casa, in cui niente traspare della situazione e dell'ansia: all'apparenza tutti affermano di star bene e di essere lontano dai pericoli. Ripetono l'accorato appello di mandare notizie, di non dimenticarli. Ma in gennaio affiora nei saluti a genitori, mogli e figli la fine di ogni speranza. Dopo la resa, prigionia, malattie e sconforto falcidiano i soprawissuti. Solo due rivedranno l'Italia.