Le eroine rappresentate in questa corrispondenza giornalistica, con relative risposte dei redattori, sembrano uscite direttamente dalle pagine della "Fiera delle vanità" di Tackeray o del "Circolo Picwick" di Dickens, al punto che si stenta a credere che queste lettere siano ritenute in gran parte autentiche. Lo "Spectator" nel 1711-12 inventò il moderno quotidiano. Joseph Addison e Richard Steele, i fondatori, ne studiarono la formula allo scopo di "educare divertendo", cioè di migliorare i costumi di una classe non aristocratica, ma già ricca e dirigente, un ceto medio non elitario ma influente e pronto a rivendicare il suo status sociale. E all'interno di questo, della componente femminile, lontanissima da ogni forma di parità ma già considerata come degna di migliorarsi attraverso il discorso pedagogico e la divulgazione filosofica e letteraria. La formula fu quella di considerare le lettrici alla stregua non di un passivo destinatario di istruzione, ma di attive corrispondenti con cui intessere, a partire dalla loro esperienza sul modello di una "posta dei lettori", il dialogo edificante. Lettere precedute da commenti, ironici e mai grevi, o a cui commenti seguivano. In un gossip ininterrotto e delizioso di storielle e umori. Ne esce un quadro della società del tempo inestimabile per ricchezza di particolari, movimento, vivezza e irresistibile umorismo. Fanciulle, sposine, matrone e zitelle, donne oneste e venali, congelate nel loro ruolo subalterno, ma contemporaneamente in esso libere in misura inattesa e padrone senza pregiudizi e svenevolezze di giocare tutti i trucchi e tutti i colpi. Una realtà femminile in cui alla donna altro non resta che essere moglie (poi madre e sorella) o mantenuta, ma che per questo ha il diritto di considerare senza ipocrisie la società quale teatro di una lotta più radicale di quella di classe: la lotta tra i sessi.