Il tema oggetto di questo lavoro è da sempre al centro dell'attenzione generale: colui che va contro le regole, che attenta a diritti o interressi normativamente protetti, che, in una parola, non si perita di fare il "male", smuove fin dai primordi della presenza dell'uomo vasti e spesso incontrollabili intrecci di dinamiche emotive e irrazionali, suscita interessi profondamente ambivalenti, esalta dinamiche proiettive deresponsabilizzanti nei movimenti inconsci collettivi, promuove ovvie e comprensibili richieste di giustizia, di punizione, di riparazione, di difesa sociale. Il tutto in un coarcevo di forze e dinamiche spesso contraddittorie, ove in un continuum senza soluzione si affiancano bisogno di separazione dal "cattivo", urgenza di sentimenti di identità "conformi", allarme sociale, paura, desiderio di vendetta, ansia di neutralizzazione nei confronti del "malfattore", anelito di netta demarcazione tra l'area appartenente a coloro che fanno il "male" e quella che caratterizza coloro che invece non lo fanno