Marion, impiegata di una società immobiliare, fugge dalla città per raggiungere il suo fidanzato, con quarantamila dollari sottratti ad un cliente. Prima però di raggiungere la casa di Sam, il fidanzato, si ferma a pernottare in un motel gestito da Norman, uno strano tipo di giovane oppresso dall'autoritario carattere della madre. Mentre sta facendo una doccia, prima di andare a letto, Marion viene uccisa. Preoccupata per la scomparsa di Marion, sua sorella Lila si reca da Sam per averne notizie, ma il ragazzo non ha visto arrivare Marion. Della scomparsa s'interessa un detective privato che, dopo aver visitato tutti gli alberghi, si reca anche nel motel di Norman, dove però viene ucciso e fatto scomparire. Lila e Sam, per scoprire il mistero, si recano presso il motel e riescono ad appurare la verità . Mentre Lila sta per cadere in una mortale insidia Sam giunge in tempo e scopre che l'autore dei precedenti misfatti ÿ Norman, il quale, sconvolto dalla morte della madre - da lui stesso uccisa in uno scatto di gelosia - ne ha assimilato la personalità fino al punto di travestirsi da donna prima di compiere i suoi delitti.
Ci sono dei momenti, delle immagini, delle scene di grande cinema che rimangono negli occhi di tutti e vi rimangono per sempre. La scena della doccia di Psycho la conoscono tutti, cinefili e non. 54 anni e non sentirli. E si, perchè la pellicola diretta dal grande Alfred Hitchcock è ormai diventata mitica. Con questo "giallo" in bianco e nero, che non ha veramente nulla da invidiare a tutte le super equipaggiate pellicole moderne, il maestro del cinema riesce a suggestionare il pubblico, qualche volta anche a farlo sentire in colpa, ma sempre attaccato alla poltrona a gioire o patire per i protagonisti. Il dualismo, tema molto caro al regista inglese, viene qui affrontato con un personaggio che non vi svelerò per non rovinare il film a coloro (penso pochissimi) che non l'hanno ancora visto. La suggestione è talmente forte che l'identificazione del pubblico nei confronti dei personaggi varia molto spesso. Di solito, in base a come è stato impostato un film, capiamo subito per chi provare simpatia o meno. Qui invece si arriva addirittura a sostenere mentalmente dei personaggi e poi ripetutamente cambiare idea. L'aspetto tecnico è sublime. La scelta di girare il film in bianco e nero, sebbene all'epoca fosse già disponibile il colore e sebbene in realtà sia stata una furba operazione per non mostrare il sangue e quindi evitare un'eccessiva censura, conferisce un fascino particolare che sicuramente ha giovato. Famosa quasi quanto la scena della doccia è la colonna sonora di Bernard Herrmann, talmente convincente da far cambiare idea al regista sulla scelta di girare quella scena senza sonoro. Hitchcock affermò: «In Psyco del soggetto mi importa poco, dei personaggi anche: quello che mi importa è che il montaggio dei pezzi del film, la fotografia, la colonna sonora e tutto ciò che è puramente tecnico possano far urlare il pubblico. Credo sia una grande soddisfazione per noi utilizzare l'arte cinematografica per creare una emozione di massa. E con Psyco ci siamo riusciti. Non è un messaggio che ha incuriosito il pubblico. Non è una grande interpretazione che lo ha sconvolto. Non è un romanzo che ha molto apprezzato che l'ha avvinto. Quello che ha commosso il pubblico è stato il film puro» Ciò non toglie che le perfomance degli attori siano eccellenti, come lo sono anche i sublimi dialoghi. Un capolavoro a tutto tondo. E' da tenere in considerazione il fatto che nel film non si cerchi lo spavento facile o il salto dalla poltrona, e i momenti di forte impatto sono determinati per l'80% dalla suspense e dalla curiosità accumulata per tutta la pellicola.
Psyco (1960)
estack - 20/05/2013 20:18
5/
5
Un film da recensire assolutamente visto che è entrato nella storia assolutamente da vedere.
cinefilomary - 13/06/2014 20:22
estack - 20/05/2013 20:18