Un libello sui valori in crisi, sui doveri troppo spesso elusi, sui principi ignorati o manomessi, sui sentimenti nascosti o traditi, sulle ansie e i fini della vita. Un'analisi spregiudicata, senza esclusione di colpe, di una società senza più punti di riferimento. O con punti di riferimento fallaci, precari, vulnerabili. Una società che non sa dove andare perché non sa da dove è venuta. Una società che cerca se stessa nei luoghi sbagliati e con gli strumenti sbagliati.
Una società dove una figlia, complice il suo ragazzo, ammazza la madre e il fratello, e una madre viene condannata per aver ucciso il figlioletto di due anni. Dove un imprenditore tutto casa e chiesa, che considerava la bancarotta fraudolenta un peccato da confessionale, inganna con obbligazioni fasulle decine di migliaia di risparmiatori. Una società dove chi fa politica, con le solite eroiche, lodevoli eccezioni, non la fa per servire un'idea o, più ingenuamente, un ideale, ma per avidità di galloni e sete di potere. Dove uno scienziato, un artista, un intellettuale, un accademico o un Nobel valgono meno di un calciatore, di un cantante o di una soubrette. Dove "Il Grande Fratello" fa più audience e riscuote più successo di un concerto alla Scala. Riportare questa società frastornata, irretita e smarrita nell'alveo dei valori perduti non è facile, ma vale la pena provarci. O quantomeno avere la consapevolezza, decisa e profonda, che 'Qualcosa non va'.