"Questa non è un'autobiografia": come René Magritte, con il suo "Ceci n'est pas une pipe", Pierre Bourdieu mette in guardia contro l'illusione di familiarità che impedisce di capire tutto ciò che non rientra negli schemi abituali. Il modello di analisi che Bourdieu contrappone alla biografia è un'applicazione coerente della prospettiva teorica progressivamente delineata nelle sue opere: una "vita" è un incontro di "storie" diverse: la storia delle esperienze sociali che hanno modellato l''habitus' dell'individuo e le sue risorse, la storia degli spazi di gioco in cui l'individuo si è trovato a operare. Il ricercatore non è tenuto a rendere pubblica la sua autoanalisi. Se Bourdieu lo fa non è solo per mostrare che fa veramente quello che predica. Sa che la sua opera fa parte ormai della storia del pensiero e vuole aiutare il suo lettore a contestualizzarla. La vera comprensione, dice Bourdieu, è diversa dalla lettura scolastica e anche dalla lettura feticista, che pretende di fissare un'ortodossia. Occorre capire come la vita e l'opera di quell'autore sono state possibili, perché ha studiato quei problemi e non altri, il modo in cui li ha studiati. Questo piccolo libro rimarrà una lettura fondamentale per capire l'opera di Bourdieu, e può essere l'occasione per chi ancora non lo conoscesse di cominciare di qui il viaggio della sua scoperta.