San Pietroburgo, Ciudad del Este, Alang, New York. Un mafioso russo, un criminale paraguayano, il rampollo di un'aristocratica e agiata famiglia parsi e un truffatore americano sono costretti ad abbandonare i loro paesi. I loro destini si incroceranno a Marsiglia, città ormai dominata dagli immobiliaristi e crocevia strategico dei traffici tra Europa e Africa, dove economia globalizzata e interessi politici si fondono con gli interessi delle mafie. Bernadette Bourdet, chiamata ironicamente B. B. per la sua scarsa avvenenza, è un commissario della narcotici che ascolta solo Johnny Hallyday e comanda una squadra di agenti reietti, cacciati da tutti i commissariati. Agisce al di fuori della legge ma i capi la lasciano fare perché i suoi metodi funzionano. Il suo sogno è fare pulizia dei politici e degli amministratori corrotti, ma non le è permesso oltrepassare i confini dei bassifondi. B. B. condivide una strana amicizia con un anziano boss della mala corsa. Entrambi pensano che la Marsiglia di un tempo fosse migliore e tentano di arginare un destino ineluttabile.
La nostra recensione
Se i personaggi del nuovo libro di Massimo Carlotto sono "inebriati dal respiro corto della sfida", il loro autore non fa eccezione. Per lui la sfida è abbandonare il suo Nord-Est, già a lungo investigato attraverso le vicende dall'Alligatore, e raccontare la nuova criminalità. Quella che lavora con le banche, che non ha confini, che si veste in doppiopetto e gira con la laurea in tasca. I banditi della globalizzazione insomma.
Il primo capitolo del libro è ritmato dalle coordinate geografiche di luoghi sparsi nel mondo dove Carlotto ci porta a recuperare i protagonisti del libro. Il russo Zosim, l'indiano Sunil, l'italiano Giuseppe e la svizzera Inez si sono conosciuti studiando Economia alla prestigiosa università di Leeds, nel Nord dell'Inghilterra. Per loro il destino è già scritto: le facoltose famiglie, arricchitesi con attività più o meno lecite, hanno già deciso tutto. Tuttavia, nelle serate passate a bere e innamorarsi, i quattro studenti hanno concepito altri piani, cullando progetti criminosi, ben decisi a prendere in mano il proprio destino.
Ora che sono adulti, gli amici si ritrovano a Marsiglia per dar corpo alle loro malvagie ambizioni muovendosi con disinvoltura fra società fittizie, banche d'affari, servizi segreti e appoggi nella politica. Scopriamo così una banda di efferati rampolli, colti e privilegiati, che commerciano in scorie radioattive e organi umani e sacrificano innumerevoli vite senza sporcarsi nemmeno i polsini delle camicie griffate.
Chi invece le mani è da sempre abituato a sporcarsele è Esteban Garrincha. Sbarcato nella città francese in fuga dai narcotrafficanti, finirà per essere assoldato, a suon di schiaffi, del commissario della Brigata Anti-Crimine Bernadette Bourdet. La sbirra "brutta, ribelle, cattiva e lesbica" gira su una Peugeot, sigaretta in bocca, Johnny Halliday nell'autoradio e modi rudi che vanno molto oltre la legalità, ben decisa a combattere le bande di narcotrafficanti che infestano la sua città e abbattere quei centri di potere che prosperano sulle attività illecite. Un carattere per il quale Carlotto sembra nutrire più simpatia e che per certi versi ricorda il suo Alligatore.
Tutta la partita si svolge tra questi personaggi e altre infinite comparse a tessere un potente noir corale il cui intreccio l'autore domina con destrezza e da cui il lettore è rapito in un succedersi incessante di ipnotica violenza. Massimo Carlotto vince la sua sfida, consegnandoci duecento pagine che mozzano il respiro. Come sempre la sua scrittura corre veloce come un proiettile, rubricando tutto ciò che non serve il racconto dell'intreccio sotto la parola "fronzoli". Non mancano i morti, le vendette, i piani, i regolamenti di conti. Ma su tutto domina un'atmosfera di opprimente amarezza, di disperata disfatta, capace di segnare le vite dei personaggi in una Marsiglia che solo un marsigliese come Jean-Claude Izzo ha saputo evocare meglio. Andrea Tognaca