Bertha Pappenheim - ovvero Anna O. - è la prima eroina della psicoanalisi. E' infatti a partire dalla terapia condotta da Breuer su questa giovane paziente (definita "isterica") che Freud e Breuer scrissero gli "Studi sull'isteria". La sua guarigione è dunque uno dei fondamenti dell'intera teoria freudiana. Tuttavia il caso di Anna O., così come è passato agli annali della psicoanalisi, è infarcito di omissioni, falsità e menzogne, a cominciare da una guarigione che non fu affatto tale. Come in un giallo (o in un caso clinico) Mikkel Borch-Jacobsen utilizza le testimonianza degli storici e i documenti inediti sepolti negli archivi per inseguire indizi ed omissioni, per dissolvere simulazioni (da parte della paziente) e suggestioni (da parte del medico), per smascherare la credulità di Breuer e la mitomania di Freud. Insomma per ricostruire i fatti. Raccontando una storia incredibile alla quale hanno creduto in molti, "Ricordi di Anna O." smonta una doppia mistificazione: quella costruita intorno a Bertha Pappenheim, e dunque anche quella del mito del nostro secolo, la psicoanalisi, nato da un grottesco fallimento subito occultato con leggende e falsificazioni.