"Stavo studiando il Secondo concerto di Brahms... una musica tempestosa. Brahms l'aveva composta perché travalicasse le capacità di una donna, e a volte avevo l'impressione di una lotta spietata tra me e il pianoforte..." Di ritorno da una prova difficile, la celebre pianista Hélène Grimaud entra in un negozio di antiquariato e trova un piccolo tesoro: una chiave, uno specchio appartenuto a Lewis Carroll, e un manoscritto composto da spartiti e pagine di prosa firmato Karl Wurth pseudonimo di Brahms. E il racconto di un viaggio a Rugen, isola nordica dominata da un silenzio irreale, privo di voci di animali, che esercita sull'autore un fascino colmo di terrore. Hélène trova una serie di similitudini tra il viaggio di Brahms, e l'incontro del compositore con un lupo, e il proprio percorso di ricerca sul destino ecologico del mondo, che l'ha condotta a creare un rifugio per lupi a Salem, NY. Colpita dal carattere "fatale" di tutte quelle coincidenze, anche Hélène decide di ritornare ai suoi lupi, nella città, Salem, che come Rugen è legata alla storia della stregoneria. La storia che l'autrice racconta in modo semplice e avvincente è quella della ricerca del "Paradiso e dei suoi suoni": una passione che costringe il lettore a immergersi nell'atmosfera magica di quel susseguirsi di coincidenze. Che forse coincidenze non sono, ma un filo rosso che impedisce all'autrice di perdersi nel suo viaggio, avulso dalla prosaica vita quotidiana come a volte sono le esistenze dei musicisti.
Il romanzo, strutturato su due livelli narrativi, recupera vivide e tenaci suggestioni sia dalla sfera più intimamente aggregata ed aggregante della vita dellautrice che dalla complessa biografia di due illustri musicisti quali Brahms e Schumann, qui fortemente caratterizzati nella dualità sovversiva e cicatrizzante di unamicizia capace di rigenerarsi dopo ogni avversità indotta anche e soprattutto dalla malattia del secondo.
Nell'alternanza di spazi onirici, eventi primari e dati statistici sulla salute del nostro pianeta, limpianto narrativo, elegante precipitato di unestrema ricercatezza cognitiva e lessicale, sembra però cedere ad una faticosa ricomposizione delle varie tessere investigative, che quindi appaiono poco funzionali ad una maggiore omogeneità ed integrità della storia. Resta comunque una lettura piacevole ed interessante, soprattutto nell'elaborazione dellelemento emotivo che Hélène Grimaud, musicista di grande fascino, sa lavorare magistralmente sia nelle esecuzioni al pianoforte che nella cura della parola scritta.
eziana.babbore - 20/01/2015 11:26