In quest'opera, completata tra la fine del 1931 e l'inizio del 1932, Evola risale alle cause che hanno prodotto il mondo attuale e indica i processi che hanno esercitato un'azione distruttiva su ogni valore, ideale e forma di organizzazione superiore dell'esistenza. Il libro, quindi, non si limita ad una descrizione della "crisi" del mondo moderno, ma nemmeno si esaurisce in una polemica senza centro, dato che con uno studio comparato abbracciante le civiltà più varie indica ciò che nei diversi domini dell'esistenza può rivendicare un carattere di normalità in senso superiore.
Con quest'opera,la principale dell'Autore,vengono tracciate le linee della Weeltanscahung tradizionalista,sull'orma di quanto già proposto da Renè Guenon nell'opera "la crisi del mondo moderno". Partendo da presupposti assolutamente "folgoranti",che non mancheranno di lasciare attonito il lettore di primo acchito,Evola delinea una "contro-storia" dell'umanità,che meglio sarebbe chiamare "metafisica della Storia". Di contro all'opinione inculcata fin da tenera età che la storia sia teleologicamente orientata verso un fine e verso un "miglioramento",Evola mostra come in realtà si debba parlare di una "involuzione" e di una decadenza,riprendendo le antiche idee e cosmogonie indo-europee sulle "quattro età" dell'attuale ciclo dell'umanità. Mentre la prima parte è dedicata a tracciare i fondamentali e i cardini del "mondo della Tradizione" (l'organizzazione gerarchica,le caste,la guerra,il rito,il rapporto con il Sacro),la seconda parte è invece dedicata alla "genesi del mondo moderno",ossia alla progressiva decadenza dall'apice costituito dalle civiltà romana e dalle civiltà affini (ellenica,indiana,persiana,giapponese,amerinda,medievale),fino all'evento scatenante della modernità la rivoluzione francese,con i suoi corollari,portanti inevitabilmente all'attuale situazione. La capacità di "preveggenza" dell'opera,scritta nel 1934,e aggiornata successivamente,fino alla morte dell'autore nel 1973,e il quadro "epico" che egli riesce a tracciare non mancheranno di lasciare profonda impronta nel lettore aperto,e potranno,in alcuni casi,anche cambiare il modo di vedere la vita,il sacro,il mondo. Un opera indispensabile per capire la realtà.
Rivolta contro il mondo moderno
damiano - 13/05/2005 16:06
5/
5
Un libro straordinario, un concentrato di sapienza che rende inebriante la lettura. Non è un testo facile, sia per la ricchezza di termini ''tecnici'' in varie lingue (greco, latino, indù, sanscrito ecc...), sia per la profondità e originalità dei contenuti, ma è una fatica ben ricompensata.
Se vi guardate intorno e vi sembra che la nostra civiltà sia decadente, se volete sapere come si è giunti a questo degrado etico e spirituale, se volete capire come la distruzione dei valori Tradizionali ha reso possibile il trionfo di questa anarchia (...che ci ostiniamo a chiamare democrazia), di questo caos senza regole che ci spacciano per moderna corrente filosofica (''relativsmo''), non perdetevi questo libro starordinario.
la prima parte illustra i valori e i concetti della Tradizione, validi ovunque e in qualunque epoca; la seconda rilegge la Storia secondo l'evolzione di questi valori.
Poi basta fare due più due e guardarsi intorno.
Rivolta contro il mondo moderno
luca - 19/08/2002 02:27
5/
5
Esiste un ritornello che viene ripetuto a chiunque ardisca parlare di una certa egemonia culturale della sinistra, ed e' questo: la destra non c'ha artisti e intellettuali. Il bello e' che e' vero! Il filone anti-modernista (cioe' tradizionale) e' oggi il solo che meriti l'appellativo di Destra. E' li' che si raccolgono le migliori profezie sul mondo in cui viviamo e quest'opera ne e' un esempio eminente. L'Autore non e' un'artista, ma ad ogni evidenza e' piu' di un artista, avendo frequentato correnti avanguardiste, superate poi e assorbite nello studio della Tradizione. Proprio la Tradizione esclude che l'arte e l'intellighenzia sussistano per se': esse non sono che propaggini, applicazioni settoriali di una realta' sola. L'arte e' artigianato e l'artigiano, quando ''crea'', e' il ministro di un rito,niente piu', niente meno,ne' artista,ne' lavoratore. Questo e' solo un esempio di cio' che scopriamo in questo straordinario libro, scritto da un Autore detto da alcuni proibito, ma in realta' occultato, oscurato dal crepuscolo che ci attanaglia, carattere del Kali-yuga. Anche queste teorie sul tempo e sulla ''storia'' e sui cicli di civilta' troviamo nelle pagine, che scorrendo delineano una Weltanshauung del tutto coerente, che trae forza corroborante da tutte le tradizioni del globo, tranne la moderna. Quella ''tradizione moderna'' (in Italia, rinacimento-risorgimento-resistenza) che paradossalmente vorrebbe escluderle tutte,le autentiche. E' naturale che Evola, piu' che essere messo da parte si sia ritrovato sotterra, lui olimpico,come in un salutare ripiego nella citta' di Luz,o in altra corrispondente, nell'attesa che dalla durissima mandorla rinasca una civilta' normale. E' questo il senso delle ultime pagine del trattato, che pertanto preludono piu' a ''Cavalcare la tigre'' che non a ''Gli uomini e le rovine'', ma ancor piu' all'assolutezza eroica dell' apolitia.
Fabio Mazza - 22/05/2013 13:36
damiano - 13/05/2005 16:06
luca - 19/08/2002 02:27
rodolfo - 30/03/2002 05:17