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Descrizione

Le travagliate vicissitudini umane, civili e politiche che legano Luis Sepúlveda al suo Paese natale, il Cile, sono il leitmotiv di questo libro, che si presenta come un insieme di racconti e che ripercorre oltre quarant´anni di storia personale e collettiva. Una sorta di viaggio spirituale, che l´autore sudamericano comincia rivivendo ciò che accadde in quel drammatico 11 settembre 1973 a Santiago del Cile - quando il presidente Allende venne assassinato durante il golpe militare ordito da Pinochet - per finire con la morte dello stesso dittatore. Quella data segna per lui non solo la fine della possibilità di un cambiamento sociale tanto sognato, ma anche l´inizio di una vita fatta di carcere, esilio e resistenza, sempre condotta all´insegna della più assoluta dignità e onestà intellettuale. Avvalendosi di uno stile acuto e brillante, Sepúlveda si ispira ancora una volta a un ideale di letteratura inteso come missione, in difesa dei deboli, dei dimenticati, della libertà.

Luis Sepúlveda è nato a Ovalle, in Cile, nel 1949. Costretto a lasciare il suo paese per motivi politici nel 1973, ha vissuto a lungo in America Latina, ad Amburgo e a Parigi. Amatissimo dal suo pubblico, e in particolare dai lettori italiani, ha pubblicato raccolte di racconti, e libri di viaggio numerosi romanzi,, tra i quali spicca la Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. Tra i suoi ultimi libri pubblicati anche dal Club, Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà e La fine della storia.

"Un mosaico di scrittura e politica, poesia e lotta, giornalismo e dissidenza".
Il Giornale di Vicenza

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