Nei suoi saggi Elia ci parla di se stesso, della sua vita colla cugina (cioè con la sorella), dei suoi amici di collegio, dei luoghi della sua fanciullezza, delle sue passeggiate nei giorni di vacanza, degli aspetti della sua cara Londra, dei suoi autori preferiti, del teatro di cui era appassionato, e di tante altre cose egli s'intrattiene con noi, e ci confida i suoi gusti, le sue antipatie, le fantasie che gli passan pel capo, coll'apparente capricciosità d'una viva conversazione; e in questa conversazione gli oggetti più insignificanti acquistavano il rilievo di tipi eterni, e il capriccio dell'attimo fissa in un atteggiamento perenne il suo arabesco leggiadro, pur così fragile e aereo ed evanescente come il merletto d'arida spuma lasciato da un'onda che l'onda sopravveniente cancella. Mario Praz