Dai pigmei ai poteri dei Magi, dai presagi ricavati da sternuti e sogni al terrore delle eclissi: attraverso la dotta e precisa ricognizione di infiniti testi antichi di poesia e letteratura, il Gran Recanatese elaborò un saggio dove già s'intravede tutta l'effervescenza esistenziale che deflagrerà nelle sue opere maggiori. I diciannove capitoli si snodano tra i ciclopli, la fenice, gli arimaspi e i cinocefali, fra ombre, larve, spettri e fantasmi, con l'intento di distruggere le false credenze, mostrare quanto siano nocive le superstizioni, nei tempi passati e in quelli moderni, e quale alto valore abbia l'educazione al sapere. Un ingegnosissimo e curioso elenco di superstizioni che il diciassettenne Leopardi compilò nel 1815, mosso dalla ferrea volontà di dissipare i pregiudizi tanto degli antichi quanto dei moderni, perché, come egli stesso scriveva, 'il mondo è pieno di errori, e prima cura dell'uomo deve essere quella di conoscere il vero'. Con l'indice dei nomi e delle opere citati nel testo.