Dalla fine del Settecento il percorso dell'ebraismo è stato costituito anche da una serie di 'Wanderungen', di migrazioni e di viaggi da una cultura all'altra, dallo 'shtetl' alla metropoli, da Oriente a Occidente. E' toccato soprattutto agli ebrei orientali ('Ostjuden') farsi carico del destino spesso tragico e singolare con cui la storia degli ebrei s'è intrecciata con quella dell'Europa. Sul piano culturale e letterario, a questo viaggio da Est a Ovest si è venuto ad affiancare specialmente nei primi decenni del Novecento, un viaggio inverso: quello di molti intellettuali ebrei tedeschi e non solo tedeschi ('Westjuden') verso Oriente, alla ricerca di possibili 'radici' perdute e comunque di una prospettiva diversa. Questo volume si confronta con una serie di problemi connessi alla questione del rapporto fra Est e Ovest in una prospettiva ebraica e rivisita alcuni decisivi apporti offerti dall'ebraismo in generale, alla cultura mitteleuropea nordamericana moderna e contemporanea, valutando il processo di osmosi e di arricchimento tra due universi sorretti da visioni del mondo a volte tragicamente antagonistiche. Ne scaturisce un variegato mosaico di riflessioni su alcuni grandi temi, come l'assimilazione ebraico-tedesca, l''erranza' connaturata al popolo ebraico, il mondo dello 'shtetl' e le peculiarità dell'ebraismo polacco, il dibattito sul sionismo e sulla tradizione, l'immagine dell'ebreo orientale nella cultura tedesca, il rapporto con la 'lingua madre' dissacrata. Numerosi anche gli autori riesaminati in questa nuova luce, tra gli altri: Canetti, Celan, Kafka, Grillparzer, Thomas Mann, Joseph Roth, Anna Seghers, Isaac B. Singer e Peter Weiss.