Le drastiche trasformazioni geopolitiche che movimentano da anni l'Europa e parte dell'Asia non sono solo fenomeni politici. Entro i confini di ciascun paese si muovono etnie, si concentrano religioni, si parlano lingue diverse. La modifica di un confine comporta perciò inevitabilmente il pericolo di intervenire, magari frammentandola e stravolgendola, su una materia umana e culturale della quale le lingue sono dimensione essenziale. Per questo, allo scorcio del XX secolo, perlomeno in Europa, anche gli idiomi si ridistribuiranno territorialmente, e si delineeranno alcune Grandi Lingue destinate a ripetere la sorte che a suo tempo fu del latino. Hagège, in un libro in cui alla vastità dell'orizzonte descrito si combinano acute e a volte sferzanti analisi di dettaglio, si domanda proprio quali saranno le Grandi Lingue del futuro prossimo, quelle che chiama Lingue Federative. Sulla scorta della storia linguistica e sociale del passato, Hagège propone, sulla lingua che parleremo nel Duemila (e oltre), alcune previsioni che non potranno che creare discussione.