Parasher, spirito intrappolato nel corpo ferito a morte di una scimmia, riemerge dalle fantasmagoriche regioni dell'incoscio per raccontare, seduto a una macchina da scrivere, la sua storia. Questo è il contratto stipulato con Yama, Signore della Morte, venuto nuovamente a fargli visita. La sua unica via di salvezza sarà tenere avvinti gli ascoltatori per almeno due ore al giorno. Hanuman, migliore tra le scimmie, e patrono dei poeti, gli offre protezione e suggerisce un piccolo stratagemma: il patto non precisa chi debba essere il narratore, così nel ruolo di Shahrazad gli si potrà alternare Abhay, il ragazzo che lo ha ferito. Alessandro Magno e i suoi deliri d'onnipotenza, Benoit de Boigne e la sua vita di sogni, la Strega di Sardhana e il suo amante Jahaj Jung, Sikander il guerriero e suo fratello Sanjay il poeta, sono soltanto alcuni fra i personaggi che popolano il vertiginoso racconto di Parasher, ricostruzione della propria avventura e di quella della sua terra. Un'India misteriosa e avvolggente, cui il giovane Abhay ha invano cercato di sottrarsi con la sua laurea americana e una fuga in auto verso il miraggio di un Paradiso "made in Usa". Dinnanzi a un pubblico ogni giorno più numeroso, l'incontrollata proliferazione degli episodi, tesse in realtà un unico romanzo dalle tinte accese e dalle trame infinite come le frange delle sari che qui accarezzano le pagine: sontuoso affresco dove, in un tripudio affabulatorio degno del Mahabharata e delle "Mille e una notte", si celebrano "animali e alberi e feste e numi e filosofie e libri e guerre e amori", fondendo e confondendo secoli, continenti e tradizioni. La ricerca d'identità di un Paese sospeso tra un passato invadente e il disorientante confronto con la civiltà occidentale, si fa eco e metafora della vicenda di ogni uomo in perenne inseguimento di sé stesso.