Il terrorismo - balzato con prepotenza alla ribalta della cronaca dopo l'11 settembre 2001 e diventato forse il problema più grave nel mondo di oggi - è considerato da molti un fenomeno soprattutto moderno. Caleb Carr, esperto di storia militare, ci ricorda invece che la pratica di uccidere sistematicamente i civili, come metodo per dissuaderli dall'appoggiare i loro governi, è una costante nella vicenda dei conflitti umani ed è diffusa ovunque sul pianeta. Nell'antichità classica gli eserciti distruggevano le città conquistate, massacrandone gli abitanti, al solo scopo di 'terrorizzare' il nemico; nel Medioevo cristiani e musulmani passavano regolarmente a fil di spada intere popolazioni inermi; in epoca moderna monarchi come Luigi XIV teorizzarono l'uso politico dell'eliminazione fisica dei noncombattenti; durante la Guerra civile americana nacque l'eufemismo di 'guerra totale' a designare la pratica raccapricciante del generale unionista Sherman di uccidere 'ogni uomo, donna e bambino del Sud'. Se dall'azione dei governi si passa a quella dei singoli, la violenza politica internazionale legata, a partire dall'Ottocento, al movimento anarchico è da molti interpretata come precedente storico del terrorismo moderno, che però se ne distingue per l'appoggio di cui gode oggi in alcuni paesi sia da parte dello Stato sia di ricchi fiancheggiatori. In uno studio esaustivo che giunge fino ai giorni nostri, Caleb Carr analizza con imparzialità motivazioni, teorie e dati di questo tragico fenomeno che si ripete nei secoli, e vi trova conferma alla sua tesi di fondo, secondo la quale gli esiti del terrorismo si sono sempre dimostrati fallimentari. La tecnica del terrore, infatti, è controproducente: a lungo termine non ottiene il crollo psicologico del nemico, anzi, ne mobilita tutte le risorse di resistenza, ed è proprio per questo che non ha mai conseguito, per quanto materialmente distruttiva e spiritualmente debilitante, successi duraturi. "Il terrorismo non sarà sradicato scendendo a patti con i suoi agenti, né attraverso la loro eliminazione fisica; esso terminerà quando sarà percepito come una strategia e una linea di condotta che non producono nulla se non il fallimento degli ideali che l'hanno ispirato."