Ad un certo punto della propria vita, per ripercorrere come un film tutto quello che si è vissuto, è necessario voltarsi, guardare dietro di sé perché il tempo è trascorso così impetuoso che la maggior parte dei nostri giorni li abbiamo già vissuti. Ed è così che accade anche a Mauro, perché la vita, la vita vera, era oramai alle sue spalle, e a ottantadue anni, con il respiro affannoso e le ossa che gli dolevano, doveva evitare di misurarsi con la realtà, e rifugiarsi in un cantuccio soltanto suo, un posto tranquillo e consolatorio. Un viaggio nella memoria che si intreccia, pagina dopo pagina, con il presente, un filo invisibile che lega il passato al futuro cosicché l'uomo, come un magico funambolo, su quel filo cerca di camminare e tenersi in equilibrio per vedere dall'alto tutta la sua vita e cercare di stupirsi ancora.