C'è il rischio, nel quasi cinquantenario della Beat Generation, che il rinnovato interesse dei media riproponga uno dei più vivaci e vivi sperimentalismi letterari degli anni cinquanta e sessanta come puro fatto di costume o, peggio, folklore della memoria. Come e in che misura la ricerca di nuove espressività, stili di vita e modi di coscienza di un gruppo di allora ragazzi americani abbia influenzato le avanguardie di altri paesi e le coscienze di una o più generazioni, è un bilancio che anche in Italia è forse il momento di fare. Questa antologia, curata da Anne Waldman (poetessa, fondatrice insieme ad Allen Ginsberg della Jack Kerouac School of Disembodied Poetics presso il Naropa Institute di Boulder, Colorado) si propone di offrire un'immagine organica, non solo degli inizi del movimento, ma anche degli sviluppi sino ad oggi, di autori come Ginsberg o Gregory Corso o Amiri Baraka di cui da noi è nota soltanto la produzione giovanile. Significativa è la presenza di voci poetiche femminili come Diane di Prima (autrice di Memorie di una beatnik) o Joanne Kyger, o di poeti di alto valore, un po' negletti dalla voga di alcuni anni fa, come John Wieners o Gary Snyder. Brevi biografie degli autori presentati, una guida ai luoghi Beat su tre continenti, e una aggiornatissima bibliogrfia fanno di questo libro un vero e proprio strumento. Ginsberg, Kerouac e Burroughs sono da tempo presenti nell'editoria italiana. Parrebbe forse superfluo riproporre brani di On the Road, o di Naked Lunch, o di Howl, in una nuova traduzione. Eppure, in quest'ultimo trentennio la lingua italiana è profondamente mutata, ci si è fatti più coraggio ad ascoltare il parlato quotidiano per trasporlo o stilizzarlo nella scrittura. Si è anche arricchita la nostra conoscenza della cultura e della vita americana. Tentare una sintesi e un lessico più agili nell'affrontare questi testi è anche forse il modo per offrire una lettura più ravvicinata e approfondita di quella ricerca di vita e [...]