Tommaso Moro (1478-1535), fine umanista e giurista insigne, conobbe una folgorante ascesa politica nell'Inghilterra di Enrico VIII. Membro del Parlamento e poi 'speaker' alla Camera dei Comuni, giunse rapidamente al vertice della vita pubblica: fu membro del consiglio privato del re e nel 1529 venne nominato lord cancelliere, primo laico a ricoprire la seconda carica del regno. Tre anni dopo, tuttavia, non volendo appoggiare il disegno di Enrico VIII che mirava ad assumere il controllo della Chiesa d'Inghilterra, Moro rassegnò le dimissioni e si ritirò a vita privata. La sua rinuncia alla vita pubblica non fu sufficiente al re e al partito avverso: imprigionato nella Torre di Londra, fu processato per alto tradimento e decapitato il 6 luglio 1535. Quattrocento anni dopo venne canonizzato da Pio XI, che lo definì "l'uomo completo" del Rinascimento. Nell'autunno del 2000, in occasione del Grande Giubileo, è stato proclamato santo patrono dei governanti e dei politici. Elisabeth-Marie Ganne, nota giurista, ha studiato a lungo il grande umanista inglese. Ha potuto così tracciarne una biografia ben documentata sul piano storico e ricca dal punto di vista culturale e spirituale, in cui la figura di Tommaso Moro risalta come testimone prezioso del primato della coscienza del cittadino di fronte alle leggi e al potere dello Stato.