C'è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. La storia del calcio ci insegna che novanta minuti non bastano a fare entrambe le cose. Ecco perché al fischio dell'arbitro la partita lascia il campo e si riversa in curva, nel parcheggio dello stadio, nelle strade d'intorno. Finisce l'ora del gioco, inizia quella della lotta. Basta aver guardato un servizio al tg per farsi un'idea di quello che può essere uno scontro fra tifosi, ma per capire cosa provoca quella violenza è necessario dimenticare tutta la retorica televisiva e essere pronti a sporcarsi le mani, a dare un nome a chi si nasconde nel fumo dei lacrimogeni, a decifrare per tempo il passaparola dietro gli striscioni. Michele Monina l'ha fatto. È cresciuto come tifoso fra i tifosi, uomini divisi fra l'amore viscerale per la propria squadra e l'odio spietato per l'avversario. E in queste pagine ci offre un'inchiesta in prima persona, senza filtri, senza pregiudizi. Un percorso di formazione che attraversa una vita intera, passata in quegli stadi che sono sempre più frontiere di tensioni sociali, sfoghi di violenza o vere e proprie faide fra clan. "Ultimo stadio" raccoglie la voce di questo sottomondo e ne spiega le leggi nascoste. Perché anche nel caos di una zona di guerra ci sono delle regole da rispettare. Solo così si sopravvive a una vita in curva.