Proteggere il Paese senza tradire i suoi valori. Respingere la sprezzante politica unilaterale dei falchi neoconservatori. Affrontare l'emergenza di un'economia che nel corso degli ultimi tre anni ha perso oltre tre milioni di posti di lavoro, e di un debito pubblico in rapida crescita. Abolire i tagli delle tasse per i più ricchi voluti dall'amministrazione Bush. Riformare il sistema sanitario di una nazione che oggi è l'unica, tra i grandi paesi industrializzati, a non garantire a ogni cittadino servizi a costi accessibili. Definire un piano energetico che si decida finalmente a proteggere l'ambiente e a incoraggiare l'autonomia delle fonti energetiche. Per John Kerry, candidato democratico alla Casa Bianca, sono queste le sfide che si devono affrontare e vincere per costruire un'America nuova, più capace di rispondere alle promesse, alle speranze, agli ideali richiamati dalla carta costituzionale. "E' tempo di cominciare a vergognarci" dice "di vivere nel Paese con il più basso afflusso alle urne e le più elevate spese elettorali tra tutte le società democratiche progredite". La sua visione è, nel migliore stile kennediano, una chiamata all'impegno per ricostruire la nazione. E per uscire dalla schiavitù del disincanto e della paura.