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Uno scrittore in guerra (1941-1945)

Vasilij Grossman
pubblicato da Adelphi

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"Chi scrive ha il dovere di raccontare una verità tremenda, e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, questa verità": attenendosi scrupolosamente a tale principio, a dispetto della censura e dei gravi rischi, Vasilij Grossman narrò in presa diretta le vicende del secondo conflitto mondiale sul fronte Est europeo. Era infatti inviato speciale di "Krasnaja zvezda" (Stella Rossa), il giornale dell'esercito sovietico che egli seguì per oltre mille giorni su quasi tutti i principali fronti di battaglia: l'Ucraina, la difesa di Mosca e l'assedio di Stalingrado, che fu il punto di svolta nelle sorti della guerra e diede origine a "Vita e destino". Benché fosse un tipico esponente dell'intelligencija moscovita, Grossman riuscì, grazie al suo coraggio e alla capacità di descrivere con singolare efficacia ed empatia la vita quotidiana dei combattenti, a conquistarsi la fiducia e l'ammirazione di chi lo leggeva, ufficiali e soldati da una parte, e dall'altra un vasto pubblico di cittadini e patrioti ansiosi di ricevere notizie autentiche, non contaminate dalla retorica ufficiale. Dei taccuini - di sorprendente qualità letteraria - che fornirono materia ai reportage di Grossman, e che escono ora per la prima volta dagli archivi russi, lo storico inglese Antony Beevor ci offre qui una vasta scelta, arricchita da articoli e lettere dello scrittore e da altre testimonianze coeve.
E il commento, sapiente cornice, ci guida attraverso le tappe della Grande Guerra Patriottica, dallo shock dell’invasione tedesca del 1941 fino alla trionfale avanzata russa su Berlino, passando per l’epica battaglia di Kursk e l’atroce scoperta di sterminio di Treblinka e Majdanek.

Dettagli down

Generi Storia e Biografie » Storia dell'Europa » Storia militare » Periodi storici » Storia del XX e XXI secolo , Romanzi e Letterature » Prosa letteraria

Editore Adelphi

Collana Biblioteca Adelphi

Formato Brossura

Pubblicato 07/05/2015

Pagine 471

Lingua Italiano

Titolo Originale A writer at war. Vasily Grossman with the Red Army 1941-1945

Lingua Originale Inglese

Isbn o codice id 9788845929830

Traduttore V. Parisi

Curatore A. Beevor  -  L. Vinogradova

1 recensioni dei lettori  media voto 5  su  5
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Uno scrittore in guerra (1941-1945) renzo.montagnoli1

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voto 5 su 5 Quando ho letto Vita e destino, unopera impegnata e impegnativa sul tema del bene e del male, ho avuto come una folgorazione, ho avvertito chiaramente che questo narratore ebreo e di origine ucraina aveva superato quellinvisibile confine, quasi sempre invalicabile, fra verità oggettiva e verità soggettiva, quella realtà così difficile da trovare e, soprattutto, da raccontare. Del resto lautore si è sempre attenuto scrupolosamente a questo principio: «Chi scrive ha il dovere di raccontare una verità tremenda, e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, questa verità.» Ed è così che sono nati i suoi capolavori, che piano piano, ora che è scomparso da tempo, si vanno scoprendo e vengono portati allattenzione del mondo dei lettori. E anche questo il caso di Uno scrittore in guerra (1941 1945) con cui vengono narrate, peraltro in presa diretta, i fatti della seconda guerra mondiale sul fronte orientale. Grossman era inviato speciale di Krasnaja zvezda (Stella Rossa), il giornale dellesercito sovietico, di cui scrisse dalle prime disastrose fasi che videro la rapida avanzata delle truppe tedesche fino alla fine del conflitto che lo portò a essere presente in una Berlino distrutta, una visione apocalittica, la fine ingloriosa della follia nazista. Dove cera un fronte di battaglia Grossman cera; che si trattasse della sua Ucraina, di Mosca quasi assediata o di Stalingrado questuomo, fuori dai canoni in tutto (si pensi che non era iscritto al partito comunista), osservava, intervistava grandi generali e umili soldati, raccoglieva gli sfoghi e le paure, attraverso la sua penna i soldati sovietici ritrovavano lumanità soffocata dalla violenza e anche laddove splendeva leroismo - e per altri trionfava la retorica - lui si limitava a raccontare con un tono sobrio, senza esaltazioni, solo la guerra, le distruzioni, lorrore, le speranze. In questo modo i suoi articoli erano seguiti da un numero via via crescente di lettori che si identificavano con i personaggi in essi citati, che vedevano in Grossman uno di loro, non di certo lesponente del partito che chiedeva agli altri sacrifici e che poi si prendeva tutti i meriti. La gente capiva che quelluomo coraggioso che descriveva con grande efficacia ed empatia la quotidianità di chi combatteva sapeva parlare con il cuore, sapeva porgere la verità senza remore e ostacoli. Può apparire incredibile che in un regime come quello sovietico, soprattutto in epoca staliniana, si potesse essere pubblicamente sinceri, ma nei posti chiave cera chi capiva che cosa volessero i lettori e che questo dovesse essere dato a loro, pur con qualche taglio di tanto in tanto, per mantenere saldo quel morale, quello spirito patriottico di cui tanto aveva bisogno un popolo in guerra. Fra laltro, lo stile di Grossman è di grande effetto, capace come è di descrivere poeticamente la bellezza e la serenità della natura, oppure di far piombare chi legge nellangoscia più profonda come quando parla del lager di Treblinka, unautentica discesa allinferno. Lautore, per i suoi articoli, si serviva delle annotazioni su taccuini, gli stessi che, opportunamente raccordati e introdotti da una parte propedeutica che tende a collegare gli uni agli altri, sono stati utilizzati da Antony Beevor e Luba Vinogradova per scrivere questo libro, unopera di valore non solo letterario, ma soprattutto di testimonianza storica di assoluta rilevanza, meritevole senzaltro di attenta lettura.

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