August Brill è un critico letterario in pensione, ha settantadue anni, e vive nel Vermont a casa della figlia per rimettersi da un incidente automobilistico che l'ha reso quasi invalido. Soffre di insonnia. Per tenere occupati i pensieri nelle lunghe ore in cui giace immerso nel buio, si inventa storie che lo conducano lontano dalla sua vita, lontano dalle storie vere che preferirebbe dimenticare: la morte recente della moglie Sonia e l'orribile assassinio in Iraq dal ragazzo della nipote, Titus, che lavorava laggiú per un'impresa di costruzioni. Brill ha passato la vita a leggere i libri degli altri e adesso prova sollievo a inventare romanzi nella propria testa: immagina cosí un'America che si sfalda nel 2000, al momento della prima contestatissima elezione di George W. Bush. In questo paese parallelo, diviso tra stati che da quattro anni si combattono in una devastante guerra civile, non è avvenuto l'attentato dell'11 settembre 2001 e il conflitto in Iraq non è mai esistito. Nelle ore centrali della notte il percorso di Owen Brick, il protagonista di questa vicenda, un simpatico prestigiatore coinvolto suo malgrado in una trama alla quale non riesce a sottrarsi, si conclude tragicamente. E quando la nipote, Katya, anch'essa insonne, lo raggiunge nelle prime ore del mattino, Brill capisce che non può piú sfuggire ai racconti veri, alla storia della sua vita.
La nostra recensione
"Non c'è un'unica realtà, caporale. Ce ne sono molte. Non c'è un unico mondo. Ci sono molti mondi, e tutti continuano in parallelo l'uno all'altro, mondi e antimondi e mondi-ombra, e ciascun mondo è sognato o immaginato o scritto da qualcuno in un altro mondo. Ciascun mondo è la creazione di una mente".
Questo mondo è la creazione di August Brill. Settantadue anni, vedovo di Sonia, padre di Miriam e nonno di Katia. Il suo mestiere è stato quello di critico letterario. Lui che ha sempre letto libri e scritto dei libri letti, ora si racconta storie, "ma fino a quando sono al loro interno mi impediscono di pensare alle cose che preferirei scordare". La storia che ci racconta August nel libro riguarda un'assurda guerra civile in America. Finisce questa storia. Iniziamo a sapere più di lui e della sua famiglia. Dove le sofferenze non sono mai state risparmiate, dove le protagoniste sono le donne. Forti, caratterizzate, legate da vincoli di sangue, che cadono nell'oblio del dolore e poi risorgono, perché non possono far altro. Il marito della figlia l'ha lasciata, il fidanzato della nipote è stato ucciso. Lui più che l'artefice della sua storia personale con Sonia, ne è lo spettatore. Può però fare molto per il dolore di Katya, con la quale divora l'opera omnia cinematografica, perché lei deve scacciare delle immagini terribili con altre immagini. Ma "fuggire in un film non è come fuggire in un libro. I libri ti costringono a contraccambiarli con qualcosa, a esercitare l'intelligenza e la fantasia, mentre un film si può vedere - e anche godere - in uno stato di passività inerte". Con la figlia Miriam condivide, invece, il dolore del divorzio, "dolore indicibile, atroce disperazione, rabbia diabolica, e nella testa una nuvola costante di tristezza, che a poco a poco si trasforma in una specie di lutto, come se stessimo piangendo una morte".
Poche pagine che riescono ad offrire uno squarcio così vero, così intenso e doloroso sul "male di vivere" da lasciare senza fiato. - Valeria Merlini