L'inasprimento delle tensioni competitive, che si accompagna ad una sempre maggiore globalizzazione dei settori e dei mercati, ha accellerato un processo di evoluzione degli obiettivi delle imprese, attraverso il recupero e la rivalutazione di concetti e categorie logiche quali la "ricchezza per gli azionisti" e la "creazione di valore". Tale orientamento è andato affermandosi in Europa ed in Italia sulla spinta sia degli studi di economia d'impresa e finanziaria sia di applicazioni realizzate da importanti gruppi industriali. L'obiettivo della "creazione di nuovo valore" cui va orientata la gestione strategica dell'impresa, soprattutto nel risvolto della misurazione del valore creato, implica il recupero e l'approfondimento di un'area distinta ma propedeutica: quella della valutazione dei capitali economici d'azienda. E', quest'ultimo, uno dei punti focali su cui si incentra il lavoro dell'Autore. Il valore dell'impresa, nei suoi aspetti differenziati, è infatti il naturale passaggio - anche se non l'unico - per una sistematica misurazione del valore creato. Il tema e le problematiche della valutazione dell'impresa, tuttavia, vengono trattati con una valenza autonoma e orientata, in particolare, ai criteri finanziari, nella versione 'unlevered'. Approccio, questo, che comporta l'esame delle relazioni tra flussi, saggi di crescita, tassi di rendimento atteso sui nuovi investimenti, costi del capitale e strategie di struttura del passivo; fattori che, in vario modo, intervengono nella generazione di nuovo valore degli azionisti.