"Agli esordi della carriera letteraria di Tacito, lo storico più grande della latinità, si pongono due brevi monografie, ""La vita di Agricola"" e ""La Germania"", composte entrambe nel 98, a breve distanza l'una dall'altra. Nella prima, volta a celebrare la memoria del suocero, Giulio Agricola, artefice dei successi militari in Britannia fra il 78 e l'84, Tacito delinea con arte già sicura il profilo esemplare di un uomo che fu capace di servire lo Stato con efficienza e lealtà anche sotto un pessimo principe, quale fu Domiziano nei suoi ultimi anni di regno, dimostrando (non senza possibili intenti di autodifesa) che anche in quei tempi di terrore politico si può restare buoni cittadini, equamente lontani da vile servilismo e sterile opposizione. Condotto con virtuosistica sapienza di stile, lo scritto fonde in un insieme omogeneo elementi di generi diversi, innestando, sui toni elogiativi e commossi propri della 'laudatio' e del panegirico, spunti di polemica antitirannica e ampie digressioni di carattere etnografico e storico relative alla Britannia. Sugli interessi etnografici è invece interamente incentrata ""La Germania"", l'unica monografia dedicata a un popolo straniero che ci sia giunta dall'antichità. Nell'opera, certamente sollecitata dal problema della pressione germanica sulle frontiere dell'impero, l'impegno descrittivo si colora di severe motivazioni etiche, volte a rilevare l'integrità morale di un popolo barbaro, la cui forza si profilava come insidiosa minaccia di contro alla crescente corruzione della Roma imperiale. Le due opere sono introdotte da una prefazione di Luciano Lenaz, che offre al lettore aggiornati strumenti critici di interpretazione e valutazione. Edizione con testo originale a fronte."