La giovane donna di questo romanzo autobiografico, trova la forza di combattere in nome della vita che porta in grembo. Viene aiutata dal riemergere dei ricordi di un padre molto amato e che, durante la dittatura di Ceausescu, aveva saputo proteggere la propria famiglia dalle violenze e dai soprusi. E un percorso che piano piano cresce in intensità, energia e luce; un messaggio che acquista man mano sempre maggior potenza fino a divenire un liberatorio inno alla vita.
Il coraggio di una donna, una sfida in nome della vita. Un romanzo di rara intensità che si legge tutto d'un fiato, catturati dall'intreccio. Fra passato e presente, introspezione e avventura, le pagine scorrono veloci, ma impreziosite da una scrittura fortemente evocativa, in un italiano impeccabile, dall'aggettivazione raffinata e dalla punteggiatura precisa, da far invidia a tanti scrittori madrelingua. Il lettore segue col fiato sospeso l'avventura del corpo e quella dell'anima della protagonista, cercando di coglierne tutte le sfumature e le profondità, ripromettendosi quasi a ogni pagina di concedersi una rilettura più lenta, perché Zero positivo la merita davvero, come la migliore letteratura. Un romanzo che parla alle donne, soprattutto a quelle che hanno vissuto la maternità, ma non solo a loro. Parla agli uomini, che possono avvicinarsi al mistero di questa esperienza, ma anche a chi desidera approfondire uno dei capitoli più bui della storia europea del Novecento, ancora troppo poco conosciuto. Un libro che parla di fede, di una fede autentica, nata clandestinamente sotto una dittatura atea, rafforzatasi attraverso la malattia e un percorso interiore in cui il padre terreno e quello celeste non abbandonano mai la protagonista, né vengono da lei abbandonati. Un messaggio di fede che raggiunge anche i non credenti attraverso una testimonianza sincera, che arriva dritta al cuore, parlando della forza del ricordo, del coraggio di una donna e di quello di un padre, del saper cogliere la positività anche mentre si attraversano le esperienze più dure, i momenti zero della propria vita, quelli dai quali trarre nuove energie per ripartire. Perché lo zero è positivo.
Zero positivo
antonellafarinariva - 25/04/2017 21:32
5/
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Un romanzo di rara intensità che si legge tutto d'un fiato, catturati dall'intreccio. Fra passato e presente, introspezione e avventura, le pagine scorrono veloci, ma impreziosite da una scrittura fortemente evocativa, in un italiano impeccabile, dall'aggettivazione raffinata e dalla punteggiatura precisa, da far invidia a tanti scrittori madrelingua. Il lettore segue col fiato sospeso l'avventura del corpo e quella dell'anima della protagonista, cercando di coglierne tutte le sfumature e le profondità, ripromettendosi quasi a ogni pagina di concedersi una rilettura più lenta, perché Zero positivo la merita davvero, come la migliore letteratura. Un romanzo che parla alle donne, soprattutto a quelle che hanno vissuto la maternità, ma non solo a loro. Parla agli uomini, che possono avvicinarsi al mistero di questa esperienza, ma anche a chi desidera approfondire uno dei capitoli più bui della storia europea del Novecento, ancora troppo poco conosciuto. Un libro che parla di fede, di una fede autentica, nata clandestinamente sotto una dittatura atea, rafforzatasi attraverso la malattia e un percorso interiore in cui il padre terreno e quello celeste non abbandonano mai la protagonista, né vengono da lei abbandonati. Un messaggio di fede che raggiunge anche i non credenti attraverso una testimonianza sincera, che arriva dritta al cuore, parlando della forza del ricordo, del coraggio di una donna e di quello di un padre, del saper cogliere la positività anche mentre si attraversano le esperienze più dure, i momenti zero della propria vita, quelli dai quali trarre nuove energie per ripartire. Perché lo zero è positivo.
Zero positivo
hangulioun - 11/12/2016 15:38
5/
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studio italiano in Italia e amo l'Italia. Ho trovato il libro Zero Positivo che ha un affascinante personaggio coreano Hyun Do.
Si tratta di un romanzo intenso, ispirato ad un caso reale, romanzato, tra la grave malattia e la ricerca del padre incarcerato ingiustamente e portato ai lavori forzati nel Delta del Danubio, la protagonista mi ha preso con se nel suo viaggio interiore e avventuroso.
Mi è piaciuto perché ha un bel italiano, senza parolacce, e capace di approfondire aspetti importanti dell'anima e della vita.
Un libro che attira e coinvolge. Lo consiglio molto.
Complimenti.
Zero positivo
matteo_giordano - 09/12/2016 08:18
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Si tratta di un libro assolutamente femminile, non tanto e non solo nello stile ma soprattutto nel modo di affrontare, scoprire e indagare la propria interiorità scavando dentro di sé fino ad arrivare "alla carne viva"; gli uomini sono più pragmatici, le donne hanno una sensibilità fin troppo acuta ed è dal reciproco stemperarsi che invece di una diminuzione, si sviluppa per entrambi una crescita umana. Per questo secondo me si tratta di un libro molto femminile che però può fare molto bene agli uomini, forse la lettura non sarà sempre agevole per un uomo, ma gli farà molto bene. Il tema è sicuramente forte e non può lasciare indifferenti, e comunque mai come oggi servono libri con i valori giusti. Non si tratta di una scrittrice professionista, ma questo non rappresenta un limite, anzi il cuore con cui è scritto aiuta a sviluppare una forte empatia. Bello il doppio binario della narrazione, lospedale e la ricerca del padre; scritti con due stili apparentemente diversi che però si riuniscono alla fine nello scoprire il vero significato di questa ricerca. Bellissima anche la considerazione che il corpo aiuta lanima a crescere; quanto è importante questo concetto soprattutto oggi che si tende a banalizzare e svilire la corporeità . Il libro mi è piaciuto molto e sullo sfondo si percepisce la situazione della Romania negli anni della gioventù dellautrice. Pur essendo una nazione vicina, la conosciamo poco e quasi nulla sappiamo della condizione dei cristiani ai tempi di Ceaucescu; è una bella occasione per colmare, almeno parzialmente la lacuna.
Zero positivo
marco_dalla_torre - 30/11/2016 21:09
5/
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La protagonista, nel giorno del suo settimo anniversario di matrimonio, si sente male e, ricoverata allospedale di Udine, le viene diagnosticata una leucemia fulminante.
Il suo cuore non ha dubbi nel portare avanti la gravidanza del suo secondo figlio, che è al quinto mese.
Allinizio si tratta dunque di guadagnare giorni, fino alla nascita di Victor (che oggi è un bellissimo bambino di sette anni). Poi i medici si scatenano con le cure e, inaspettatamente, Cristina guarisce.
Il libro è il racconto dei due mesi precedenti la nascita. E della lotta della protagonista per trovare senso e forza, nella fede e anche riscoprendo nei ricordi la figura di suo padre, che fu perseguitato dal regime di Ceausescu.
Sullo sfondo la vita quotidiana sotto una ferrea dittatura. Nella sostanza un forte approfondimento del rapporto padre/figlia.
Sola, nellisolamento della stanza dospedale, dice a se stessa: «I ricordi mi terranno compagnia in queste notti buie. Loro mi ricorderanno chi sono».
Romanzo-testimonianza toccante e di grande profondità, guadagnata a duro prezzo.
antonellafarinariva - 25/04/2017 23:39
antonellafarinariva - 25/04/2017 21:32
hangulioun - 11/12/2016 15:38
matteo_giordano - 09/12/2016 08:18
marco_dalla_torre - 30/11/2016 21:09