Il bon, la religione seguita in Tibet prima della diffusione del buddhismo nel VII secolo d. C., è stato considerato per anni una mescolanza di antiche pratiche magiche e sciamaniche di scarso interesse se non per l'antropologo. Oggi che le religioni tibetane sono sempre più note e sono praticate un po' in tutto il mondo, anche al bon viene finalmente riconosciuto il ruolo fondamentale che ebbe nel plasmare la cultura e la spiritualità tibetane. Ma non sono solo gli studiosi di storia delle religioni a interessarsene, anche i meditanti, seguendo maestri di meditazione che trasmettono insegnamenti sia buddhisti sia bonpo e che si considerano eredi di entrambi i lignaggi, cominciano a scoprire in questa antichissima tradizione spirituale, che si è preservata intatta per secoli accanto al buddhismo, una via eccellente per il conseguimento dell'illuminazione. Questo testo, uno dei pochi manuali di istruzioni meditative accessibili nelle lingue occidentali, delinea un quadro completo delle pratiche dzogchen bonpo: le pratiche preliminari, la pratica del trekcho, la pratica del togel, il bardo e la pratica del phowa. Scritto da un maestro a uso dei suoi discepoli, e arricchito dal commento di Lopon Tenzin Namdak, fondatore dell'Università monastica per gli studi bonpo di Dolanji, è una eccellente introduzione a una religione ingiustamente considerata un puro corollario del buddismo.