Nella cornice di un boudoir aristocratico, l'inesperta Eugénie, appena quindicenne, viene iniziata ai segreti della vita libertina dalla navigata Madame de Saint-Ange, aiutata da tre comprimari: il cavaliere di Mirvel, suo fratello, l'amico Dolmancé e il giardiniere Augustin. In un gioco perverso di seduzioni fisiche e intellettuali, la scoperta della verità sulla condizione dell'uomo si accompagna alla liberazione dei corpi dai vincoli di una morale repressiva, e il vizio e la crudeltà sono esaltati come forme di energia vitale proprie di una natura umana non ancora addomesticata dalla civiltà. Grandioso congegno narrativo e ideologico in cui convivono la didattica del piacere, la dissertazione filosofica e l'invettiva civile, "La filosofia nel boudoir" (1795) rappresenta il manifesto più compiuto ed estremo del pensiero di Sade
La filosofia nel boudoir ovvero i precettori immorali. Dialoghi per l'educazione delle fanciulle
Gabriele Macorini - 28/01/2005 23:08
4/
5
Posso dire che è stato il libro più perverso che abbia mai letto: ma durante la lettura sono stato costretto ad andare OLTRE le parti più erotiche e sadiche (appunto) e saper leggere ciò che vi era di filosofico (anche il Marchese de Sade era un filosofo e il titolo di quest'opera non è soltanto ironico): alcune idee sono estreme, ma alcune sono vere, come certi falsi valori (ad esempio, i figli come proprietà dei genitori). Altre idee sono estreme: benché il personaggio di Dolmancé nasconda l'autore stesso, ad un certo punto interviene il Cavaliere a mettere in discussione alcune sue opinioni: e da qui emerge una GRANDE incrinatura nel pensiero dell'autore, il quale ben comprende il limite del suo pensiero.
Gabriele Macorini - 28/01/2005 23:08