La nostra recensione
Chi è veramente Tazaki Tsukuru? vhe immagine ha di sé ora a trentasei anni mentre ripensa alla sua vita trascorsa e soprattutto a quell’amicizia intensa esplosa con tanto dolore? Taciturno, poco socievole, Tsukuru si sente incolore, medio, uno che sta nella terra di mezzo, annoiato e senza slanci, scialbo e trasparente. Eppure in lui si agita, seppur sopito e controllato, un fuoco che lo dilania da anni e che ora sente di dover liberare o soffocare del tutto. Dopo il “multiverso” onirico di 1Q84, Murakami Haruki affonda lo sguardo in una storia intima, di amicizia e relazioni, e con la sua consueta sensibilità tesse le fila del ritrovamento di un’identità, dell’avvistamento di una traccia di colore. Al centro di tutto c’è l’amicizia, che conserva quella specie di legame alchemico in cui agisce sempre un elemento miracoloso a miscelare dinamiche e relazioni; ma l’amicizia trattiene - e questo è tratto tipico di Murakami - anche una dimensione onirica, vasta, profonda e impalpabile in cui l’autore accompagna il lettore con la fluida scorrevolezza della sua scrittura. La scissione della realtà assume contorni naturalistici, quasi romantici (i rimandi a Goethe e alla letteratura romantica non sono solo nel titolo), tratteggiati in quella sospensione onirica che produce emozioni, passioni, illusioni. A quelle vaghezze romantiche richiamano l’amicizia, la sensualità, le “anime belle” e le malinconiche dolcezze di cui è disseminato il romanzo, ma di quello stile e di quelle atmosfere il libro conserva, e a volte esaspera, anche i misteri, gli incubi, gli spiriti maligni e le ossessioni della coscienza che Tsukuru avverte in sé nello scorrere monotono e automatico della sua vita incolore. Il pellegrinaggio del protagonista, però, non può restare senza meta, ed ecco allora che, per quanto voglia nascondersi o annullarsi, anch’egli avverte il vibrare di un colore, un proprio posto nel mondo, un’azione che al mondo, anche al suo mondo interiore, dia forma e sostanza. Chi segue Murakami da anni sa quanta profondità onirica e quanta passione narrativa scorra nei suoi romanzi; chi invece si accosta allo scrittore giapponese per la prima volta lo faccia con fiducia, perché la forza trascinante delle sue parole lo condurrà là dove ogni lettore sogna di arrivare: l’emozione.
Antonio Strepparola
monica suragni - 02/09/2014 14:02
liuba - 19/08/2014 13:15
Agnieszka Anna - 09/07/2014 16:56
andrea cecere - 18/06/2014 10:22