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La meravigliosa avventura di Cabeza de Vaca - Haniel Long
La meravigliosa avventura di Cabeza de Vaca - Haniel Long

La meravigliosa avventura di Cabeza de Vaca

Haniel Long
pubblicato da Adelphi

Prezzo online:
8,00
Disponibile in 4-5 giorni. la disponibilità è espressa in giorni lavorativi e fa riferimento ad un singolo pezzo
16 punti carta PAYBACK
Prodotto acquistabile con Carte Cultura, 18App e Carta Docente
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Nel 1528 un pugno di spagnoli, scampati a una spedizione nata sotto una cattiva stella, approda sul litorale del Golfo del Messico. Uno di questi è Nunez Cabeza de Vaca. Nel corso di otto anni egli guiderà attraverso l'intero continente altri due spagnoli e un moro in un viaggio di inauditi patimenti che si rivelerà, alla fine, un itinerario salvifico. Piegati da una natura inclemente, ridotti dagli indiani a bestie da soma, perverranno alla più totale nudità interiore e scopriranno in sé un nuovo potere, che ci porta a dare pur non avendo più nulla da dare. Di tutto questo Cabeza de Vaca scrisse una relazione al suo re, che Long traspone in un racconto per immagini, nella sua lucida fantasia.

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Romanzi stranieri

Editore Adelphi

Collana Piccola biblioteca Adelphi

Formato Brossura

Pubblicato 01/01/2006

Pagine 67

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788845920332

Traduttore H. Benazzo Boesch

2 recensioni dei lettori  media voto 5  su  5
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La meravigliosa avventura di Cabeza de Vaca

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voto 5 su 5 Questo libro è la ricreazione letteraria di un resoconto del viaggio, sotto forma di epistola al re di Spagna, del nobiluomo Alvar de Nunez e del suo equipaggio dalla Spagna alla volta del Nuovo Continente, all'epoca delle atrocità commesse dal mondo ''civile'' europeo ai danni delle civiltà meso-americane. L'impresa, diversamente dalle altre, si rivela un disastro, il vascello spagnolo naufraga sulle coste settentrionali del Golfo del Messico, l'equipaggio è decimato. Alvar è uno dei pochi superstiti coi quali s'addentra nel territorio, s'imbatte in popolazioni indigene che vedono in quei visi pallidi degli dei o degli sciamani capaci di prodigi e guarire i malati. Ed essi, costretti a recitare la parte, scoprono di essere effettivamente capaci di guarire. In Alvar allora si avvia un processo mentale che lo porta a comprendere come, proprio quando è privo e spogliato di tutto ciò che possiede, senza la ''protezione'' dello Stato, della Chiesa, delle altre istituzioni e dei propri beni, l'uomo europeo sia di nuovo capace di dare, di operare miracoli, di ricomprendere il valore sacro della solidarietà, del soccorrere i propri simili. Alvar intuisce, soltanto in questa miseranda condizione, nuova per llui abituato agli agi e alle prepotenze della nobiltà ispanica, che la spada non è il mezzo per conquistare un popolo. Egli dichiara, ad un certo punto, che intende insegnare agli europei, tornato in Spagna come sia la dolcezza la sola arma adatta a conquistare e che le stragi non conducono a nulla. Alvar ormai vede nell'indiano un proprio simile perchè adesso, proprio come l'indiano, è nudo, e la sua vita è una vita di stenti, come la vita dell'indiano; comprende, potremmo dire, l'accidentalità delle ricchezze che possedeva e l'essere sovrastruttura della civiltà che adesso è aldilà di un insormontabile oceano. Adesso è soltanto uomo e ciò lo rende identico all'indio, ora può capirlo e sentirsi fratello di quest'uomo. Alvar e i suoi compagni sono capaci di guarire adesso perchè sono soli, non possono più delegare tale potere a cerusici e sacerdoti: ''questo potere era in noi, dopotutto, e noi eravamo più di quanto non avessimo potuto essere capaci di essere''. Un libro degno di diventare testo scolastico per i suoi contenuti educativi, per la passione con la quale si esaltano valori positivi come umanità, fratellanza, concordia tra i popoli, valori oggi calpestati da arroganti signori della guerra, da una televisione che rincretinisce, aizza tutti contro tutti ed incattivisce. Inutile dirlo: leggetelo
La meravigliosa avventura di Cabeza de Vaca

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voto 5 su 5 un piccolo grande capolavoro che ho finito di leggere poche ore fa , La meravigliosa storia di Cabeza de Vaca, scritto da Haniel Long, vissuto tra il XIX e il XX secolo negli USA. Questo libro è la ricreazione letteraria di un resoconto del viaggio, sotto forma di epistola al re di Spagna, del nobiluomo Alvar de Nunez e del suo equipaggio dalla Spagna alla volta del Nuovo Continente, all'epoca delle atrocità commesse dal mondo ''civile'' europeo ai danni delle civiltà meso-americane. L'impresa, diversamente dalle altre, si rivela un disastro, il vascello spagnolo naufraga sulle coste settentrionali del Golfo del Messico, l'equipaggio è decimato. Alvar è uno dei pochi superstiti coi quali s'addentra nel territorio, s'imbatte in popolazioni indigene che vedono in quei visi pallidi degli dei o degli sciamani capaci di prodigi e guarire i malati. Ed essi, costretti a recitare la parte, scoprono di essere effettivamente capaci di guarire. In Alvar allora si avvia un processo mentale che lo porta a comprendere come, proprio quando è privo e spogliato di tutto ciò che possiede, senza la ''protezione'' dello Stato, della Chiesa, delle altre istituzioni e dei propri beni, l'uomo europeo sia di nuovo capace di dare, di operare miracoli, di ricomprendere il valore sacro della solidarietà, del soccorrere i propri simili. Alvar intuisce, soltanto in questa miseranda condizione, nuova per llui abituato agli agi e alle prepotenze della nobiltà ispanica, che la spada non è il mezzo per conquistare un popolo. Egli dichiara, ad un certo punto, che intende insegnare agli europei, tornato in Spagna come sia la dolcezza la sola arma adatta a conquistare e che le stragi non conducono a nulla. Alvar ormai vede nell'indiano un proprio simile perchè adesso, proprio come l'indiano, è nudo, e la sua vita è una vita di stenti, come la vita dell'indiano; comprende, potremmo dire, l'accidentalità delle ricchezze che possedeva e l'essere sovrastruttura della civiltà che adesso è aldilà di un insormontabile oceano. Adesso è soltanto uomo e ciò lo rende identico all'indio, ora può capirlo e sentirsi fratello di quest'uomo. Alvar e i suoi compagn sono capaci di guarire adesso perchè sono soli, non possono più delegare tale potere a cerusici e sacerdoti: ''questo potere era in noi, dopotutto, e noi eravamo più di quanto non avessimo potuto essere capaci di essere''. Un libro degno di diventare testo scolastico per i suoi contenuti educativi, per la passione con la quale si esaltano valori positivi come umanità, fratellanza, concordia tra i popoli, valori oggi calpestati da arroganti signori della guerra, da una televisione che rincretinisce, aizza tutti contro tutti ed incattivisce. Inutile dirlo: leggetelo

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