Guglielminetti riprende tesi di un suo precedente lavoro, "Metamorfosi nell'immobilità", in cui viene posta la questione di come si possa dire e circoscrivere l'esperienza del mondo attraverso un'idea non finta di Assoluto. In quest'opera il tentativo è operato dal di dentro dell'esperienza soggettiva e temporale dell'io. La lettura di HoIderlin e di Novalis permette di riscoprire, nelle variazioni viventi ed anche imprendibili della vita dello 'spirito', un senso del 'mondano' che è nuovo, eccedente rispetto ai modi soliti di concepire il tempo, le differenze, l'altro. Dalla mistica alla politica. Questa modalità attiva, un cambio di toni, che è una sorta di eccesso che scaturisce dall'interno dell'esperienza umana, l'autore la coglie in nodi classici del linguaggio occidentale come, ad esempio, nel "Paradiso" di Dante.