Molto più che semplice autobiografia, «Il mondo di ieri» è il ritratto di un'epoca scomparsa, la suprema epopea di quella "Felix Austria" che tanto segnò la storia e la cultura europea, quel mondo nel quale «ognuno sapeva quanto possedeva e quanto gli era dovuto, quel che era permesso e quel che era proibito: in cui tutto aveva una sua norma, un peso e una misura precisi». Al centro di tutto sta la Vienna imperiale, simbolo di un'epoca indimenticabile che Zweig - esponente di una generazione che «ha imparato a fondo l'arte preziosa di non rimpiangere il perduto» - descrive in tutto il suo splendore e in tutte le sue contraddizioni. Pubblicato postumo, «Il mondo di ieri» è segnato da un'atmosfera autunnale che imprime all'intera opera il severo suggello della modernità.
Testimone privilegiato di un'epoca al tramonto, Zweig ha qui lasciato testimonianze bellissime su Rilke, Freud, Richard Strauss. Poi, tutto il resto: la danza sull'orlo dell'abisso dell'Europa intera, Karl Kraus, Mann.. ci sono tutti. Senza prosopopea, con profonda sincerità e nostalgia.
antonio bindi - 29/07/2018 01:41