Chi sono i nuovi italiani? Sono i nostri concittadini provenienti dall'Africa, dall'Asia e dai paesi dell'Est europeo. Oltre un milione di persone giunte in Italia a partire dalla fine degli anni Settanta fuggendo la fame, la miseria, le persecuzioni e le guerre civili, in cerca di lavoro e di una vita migliore per sé e le proprie famiglie. Indispensabili alla nostra economia, hanno silenziosamente ripopolato le fabbriche, i campi, le cascine, i paesi e, addirittura i rifugi di alta quota abbandonati. Oggi sostengono la produzione di vino, olio, parmigiano, rinomati in tutto il mondo e bandiere del made in Italy. Senza gli immigrati non saremmo in grado di accudire i nostri anziani, di crescere i nostri bambini, di mandare avanti le nostre case. Eppure il loro arrivo ha suscitato ovunque una grande paura, risvegliando sentimenti di rifiuto, competitività, ostilità e talvolta razzismo, e la loro presenza è stata gestita a lungo solo con provvedimenti d'emergenza, le famose "sanatorie", puntualmente contestate da destra e da sinistra. Ci sono voluti molti anni perché il governo e il Parlamento affrontassero la materia varando nel 1998 una legge che stabilisce per gli extracomunitari modalità d'ingresso, diritti e doveri. A firmarla furono Livia Turco, parlamentare Ds e ministra per la Solidarietà sociale nei governi Prodi, D'Alema e Amato, e Giorgio Napolitano, allora ministro degli Interni. In questo libro Livia Turco racconta come è nata la prima legge italiana sull'immigrazione, poi modificata dal governo Berlusconi, con quali criteri è stata scritta, quanto è stato difficile farla approvare. Dà conto dei suoi successi ma anche dei suoi dubbi, dei suoi tormenti, e perfino di alcuni rimorsi. Una testimonianza che è anche un viaggio nell'Italia che cambia e accoglie i nuovi venuti. Un'inchiesta nelle scuole che si inventano giorno dopo giorno uno spazio interculturale per integrare i bambini che non parlano la nostra lingua, per istruire i ragazzi di seconda generazione che vogliono la cittadinanza e si sentono italiani a pieno titolo. Un'esplorazione nel mondo del lavoro, con i suoi pregiudizi e le sue opportunità, una navigazione coraggiosa e sincera in paesi e città, in campagne e periferie, nei luoghi dove l'integrazione è riuscita e in quelli dove sembra ancora lontana. E, infine, una proposta concreta per realizzare una democrazia compiuta che renda possibile non solo la convivenza nella diversità ma anche l'emancipazione degli immigrati da ospiti a cittadini a tutti gli effetti.