Il difficile dialogo tra le cosiddette scienze umane e le moderne discipline scientifiche è uno dei nodi chiave dell'attuale dibattito culturale. Negli ultimi decenni, con una velocità sempre più vertiginosa, le scoperte e le nuove tecniche in campi molto diversi, dalla fisica all'astronomia, dalla biologia alla geologia, dalla paleoantropologia alla genetica, dalle scienze cognitive alla psicologia, hanno rivoluzionato il nostro sapere, la nostra immagine dell'universo e della sua origine, e l'idea che l'uomo ha di sé stesso. Da un lato le scienze umane paiono sempre più rivolte verso il passato, e improntate a una visione genericamente pessimistica della civiltà. Dall'altro assistiamo a un accumulo di saperi alla conquista di frontiere sempre nuove e a una diffusione delle conoscenze sempre più ampia e capillare, e nell'insieme a una visione piena di speranza in un futuro più ricco e migliore. In questo saggio John Brockman ha raccolto le voci di alcuni dei maggiori scienziati contemporanei, impegnati nei settori di punta della ricerca, e ha chiesto loro di illustrare le conseguenze delle moderne acquisizioni scientifiche sulle nostre concezioni dell'uomo, della vita, dell'origine e della fine dell'universo. Quella di cui siamo artefici e protagonisti grazie allo straordinario sviluppo delle nostre conoscenze è una grande rivoluzione, che interessa tanto i nostri stili di vita quanto la nostra visione del mondo e di noi stessi, e nell'insieme sul passato e sul futuro della nostra specie. I nuovi umanisti ci aiuta a comprendere queste prospettive inedite e a misuraci con le loro conseguenze. Non nasconde questioni ancora aperte ma ci aiuta a guardare con fiducia al nostro futuro. E proprio questa fiducia è forse il senso più profondo di quello che chiamiamo 'umanesimo'.