La persecuzione e l'assasinio di Jean-Paul Marat, rappresentati dai filodrammatici di Charenton sotto la guida del Marchese de Sade - correntemente abbreviato in Marat-Sade -, è senza dubbio uno dei drammi più interessanti e nuovi dell'intero dopoguerra mondiale. Scritto da Peter Weis nel 1963 e rielaborato, per la stesura definitiva, nel 1964, venne rappresentato per la prima volta allo Schiller-Theater di Berlino il 29 aprile 1964, regia di K. Swinarski. Vita e morte di Marat, l'uomo più radicale della rivoluzione francese, vengono messi in scena, tredici anni dopo la fatale coltellata di Charlotte Corday, dagli internati del manicomio di Charenton, nei pressi di Parigi, manicomio dove Sade venne realmente rinchiuso tra il 1801 e il 1814 e che qui lo vede regista della pièce stessa. Ne risulta un'opera virtuosistica, in cui raccapriccio e umorismo popolare, dialogo intellettuale e accessi di follia, pathos solenne e gergo volgare, rigore del teatro classico e spavalderia sfumano l'uno nell'altro, in un gioco di "teatro nel teatro" ambientato su piani temporali diversi che si chiariscono e si interpretano a vicenda.
Titolo Originale
Die Verfolgung und Ermordung Jean Paul Marats dargestellt durch die Schauspielgruppe des Hospizes zu Charenton unter Anleitung des Herrm de Sade