Se c'è una cosa che caratterizza il nostro tempo, è l'affermazione della scienza in tutte le sue forme. La seconda metà del XX secolo ha visto un'esplosione senza pari di scoperte e di applicazioni che hanno trasformato profondamente la nostra esistenza e prodotto radicali cambiamenti nel mondo economico e sociale. Di recente però, accanto all'entusiasmo, si è andato diffondendo un profondo senso di delusione, tanto che la scienza talvolta viene vissuta addirittura come un nemico dal quale difendersi. Con questo libro Edoardo Boncinelli fa il punto della situazione, analizzando lo statuto teorico e pratico dell'impresa scientifica, dalla sua capacità (o incapacità) di fornirci informazioni sul mondo alla sua utilità (o inefficacia) nel cambiare la sfera del quotidiano. E affronta tutti quei temi la cui discussione è necessaria per capire il ruolo della scienza: dalla fallibilità della conoscenza scientifica alla questione del determinismo e del riduzionismo, dal suo rapporto con i media e la cultura di massa alle prospettive, e alle preoccupazioni a proposito degli Ogm e della clonazione, dalla scienza come soggetto storico alle questioni riguardanti il controllo e il finanziamento della ricerca. La scienza procede indifferente fra gli ostacoli che le frappone di volta in volta la cultura del suo tempo, dalle superstizioni alle religioni, alle ideologie. Le grandi semplificazioni a cui viene sottoposta non riescono a rinchiuderla in uno stereotipo credibile e lasciano comunque la certezza che occorre saperne di più e affrancarsi dal binomio "mito e dissacrazione". A condurci in questo percorso è uno dei nostri scienziati internazionalmente più noti. La sua analisi ci consente di entrare, senza adorazione e senza paura, in una relazione equilibrata con l'impresa scientifica.