Thomas conta i passi. Da casa alla questura, millecinquantatré passi. Da casa al tabaccaio, settecentonovantuno. Da casa al negozio di alimentari, milleottocentocinquantuno. Conta con una precisione metodica, senza lasciarsi distrarre da niente, gli occhi fissi a terra, un gessetto sempre in tasca per segnare il punto da cui ripartire in caso di una deviazione imprevista. Scandire il numero dei passi lo aiuta a tenere la morte un passo indietro, tra le macchine che gli sfrecciano accanto lungo strade tutte uguali, perché in definitiva la strada è sempre una sola.
È un libro decisamente strano, scritto in modo molto particolare, libero sfogo di pensieri di questa persona (si intuisce subito che c'è qualcosa che non va nel personaggio). Però molte riflessioni sul mondo di oggi, sul provincialismo italiano, sulla triste condizione in cui versiamo da molti anni sono molto interessanti. E il finale...
Non riesco però a focalizzare giudizio obbiettivo sull'opera in sé.
Anonimo - 08/07/2008 17:17