Dall'inizio del Cinquecento, per almeno un secolo, la maggior potenza mondiale fu un'entità politica multiculturale e multietnica che aveva il suo centro nel bacino occidentale del Mar Mediterraneo e i suoi punti di forza in Castiglia, Italia del Sud e Lombardia. I territori a essa collegati andavano dalle regioni più ricche delle Americhe, al Portogallo e ai Paesi Bassi, comprendevano la Germania, l'Austria e l'Ungheria, insieme a Genova e a tutte le isole maggiori del Mediterraneo. Estranea al concetto di nazione che avrebbe preso il sopravvento nei secoli successivi, l'esperienza della "Monarchia" rappresentò uno dei momenti più effervescenti e produttivi della storia mondiale. I suoi artisti diedero vita all'arte barocca, i suoi tecnici inventarono la navigazione moderna, i suoi soldati si dimostrarono spesso imbattibili, la sua fede si incarnò nella Riforma cattolica del Concilio di Trento. La sua letteratura raggiunse uno dei vertici assoluti della produzione dell'intera umanità: il "Don Chisciotte" di Miguel de Cervantes. Eppure di tutto ciò non resta quasi nulla. O almeno è scomparsa dalla memoria dei moderni la realtà unificante che diede senso e impulso ad artisti e marinai, mercanti e amministratori, santi e letterati. Chi seppe affermare le proprie ragioni su quelle di Carlo V e dei successori ne ha disperso meriti e primati. Franco Cardini e Sergio Valzania, due fra i più autorevoli storici cattolici italiani, hanno scritto questo libro per riscattare dal passato la memoria di una grande avventura politica, culturale, etica e anche religiosa: quella dell'impero di Carlo V e dei sovrani che vennero dopo di lui, ultima ipotesi concreta per un'unificazione europea la cui realizzazione avrebbe forse evitato la stagione degli stati nazionali e il disastro delle guerre mondiali. In un momento storico nel quale la spinta alla nuova unità europea sembra rallentare, questo libro propone una riflessione su un'esperienza politica dalla quale oggi potremmo avere ancora qualcosa da imparare.