Il libro si pone l'obiettivo di ripercorrere la storia dell'educazione multiculturale e/o interculturale inserendo teorie e pratiche all'interno dei contesti nazionali e sopranazionali. L'educazione multiculturale è nata negli Stati Uniti e in Canada negli anni Sessanta. A partire dal decennio successivo, il paradigma assimilazionista - fino ad allora utilizzato nei confronti delle minoranze immigrate - è entrato in crisi anche in Europa. Dietro la spinta del Consiglio d'Europa e dell'Unione Europea l'educazione interculturale ha arricchito il dibattito pedagogico. Il libro riflette sul paradigma assimilazionista nel contesto europeo, con un excursus sulla scolarizzazione dei figli degli immigrati nella Francia degli anni Trenta, tratta lo sviluppo della 'multicultural education' e della pedagogia interculturale negli Stati Uniti, analizza le politiche di multiculturalismo in Canada e le teorie dell'educazione interculturale sorte nel Québec. Il lavoro illustra le differenze tra il contesto europeo e quello nordamericano, evidenziando l'impatto provocato dalle diverse concezioni dello Stato nazionale tra paesi d'immigrazione e paesi che hanno storicamente fondato l'identità nazionale sull'omogeneità culturale e linguistica. Il testo analizza infine l'importanza dell'interculturalità per l'educazione del futuro nell'epoca della globalizzazione, che - lungi dal significare pace e comprensione fra i popoli - ha il volto del mondo discorde. Il pensiero interculturale ha ormai una lunga tradizione. La sua ricchezza epistemologica permette di rilanciare il dibattito sull'educazione interculturale, anche in una fase di ritorno del nazionalismo, del razzismo e dell'intolleranza.